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Papa Francesco: Dio sceglie il trono della croce

Nuovo tweet di Papa Francesco, nell’odierna solennità di Gesù Cristo, Re dell’Universo: “Mentre i grandi della Terra si costruiscono ‘troni’ per il proprio potere, Dio sceglie un trono scomodo, la croce, dal quale regnare dando la vita”

Barbara Castelli – Città del Vaticano

“La festa di Cristo Re ci ricorda che Gesù è colui che governa la nostra esistenza” e “governa la storia”: è un “segno preciso, nello scorrere dell’anno, che ci ricorda questa presenza” del Figlio di Dio “nella vita personale di ciascuno di noi e nella Chiesa”. Con queste parole il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero, spiega ai microfoni di Vatican News il senso della solennità di Gesù Cristo, Re dell’Universo, istituita da Pio XI nel 1925, a conclusione dell’Anno Santo, con la Lettera Enciclica Quas primas. Papa Ratti, prosegue il porporato, parlava della “peste del laicismo e dei suoi errori”: oggi potremmo far riferimento alla “secolarizzazione”, cioè al “voler separare a ogni costo la propria vita dalla sua relazione con Dio” (Ascolta l'intervista al cardinale Beniamino Stella).

“E perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più è possibile. Al quale scopo Ci sembra che nessun'altra cosa possa maggiormente giovare quanto l'istituzione di una festa particolare e propria di Cristo Re. Papa Pio XI”

La regalità della Croce

Per celebrare Gesù Cristo, Re dell’Universo la Chiesa non propone il racconto di una teofania splendente, ma una scena della passione secondo san Giovanni, in cui il Figlio di Dio in catene compare davanti a Pilato (Gv 18,33b-37). “Gesù ha regnato dal legno della croce”, rimarca il prefetto della Congregazione per il clero, “è lì che si scopre il senso e il volto di questo nostro Re”: non è, quindi, una questione “di ricchezze”, “di potere”, “di privilegi”, ma il riconoscere la forza “dell’amore che si dona, che si sacrifica”. “Guardando il volto di Gesù crocifisso – aggiunge – scopriamo il senso e le profondità dell’amore”.

L’alfa e l’omega della storia umana

Con la solennità di Gesù Cristo, Re dell’Universo si conclude l’anno liturgico; il nuovo si apre con la prima domenica d’Avvento. Questa giornata, chiarisce il cardinale Beniamino Stella, è posta, potremmo dire, in “cima alla montagna”. Una volta raggiunta la vetta, si ripercorre il cammino e si riesce ad avere una visione complessiva: Gesù è la meta del nostro cammino. “L’esistenza”, dunque, precisa il porporato, “non è determinata dal fato, da poteri ineluttabili e nascosti, ma è proprio guidata verso la cima della montagna: quello dà il senso alle nostre giornate e al nostro agire”. Anche il recente Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani ha messo a fuoco questo aspetto: “Il battesimo, da cui inizia la nostra chiamata a una vita cristiana, è un percorso di vita vissuto guardando il volto del Signore, Gesù nostro Re, e guardando soprattutto questa croce, che è il segno profondo che accompagna sempre la nostra vita cristiana”.

La carità fa vivere e crescere le comunità

In Italia, nell’ultima domenica dell’anno liturgico ricorre anche la Giornata di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. Si tratta di “un segno di carità verso i sacerdoti”, che rappresentano “il volto del Signore, il servizio di Gesù nella comunità”. “Questo bene che viene dato, questo gesto – conclude il cardinale Beniamino Stella – viene poi devoluto, a sua volta, per tante necessità, tante povertà che riscontriamo nelle nostre società”.

(Ultimo aggiornamento: domenica 25 novembre 2018, ore 13.34)

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25 novembre 2018, 08:00