Germania: è morto il filosofo cattolico tedesco Robert Spaemann
Paolo Ondarza e Lisa Zengarini - Città del Vaticano
La morte della madre segnò profondamente la vita della sua famiglia: il padre, rimasto vedovo, si ordinò sacerdote e lo stesso Robert avvertì una chiamata alla vita consacrata, ma abbandonò il desiderio di diventare monaco benedettino per abbracciare lo studio della filosofia. Formatosi a Colonia, studiò a Münster, Monaco, Parigi e Friburgo. Sedicenne, si sottrasse al giuramento di fedeltà al Führer, rinunciando alla Cattedra che era stata di Karl Jaspers e H.G. Gadamer. Docente nelle Università di Stoccarda, di Heidelberg e alla Ludwig-Maximilians-Universität München, oltre che in diverse Università europee e americane; è stato anche membro emerito della Pontificia Accademia per la Vita e membro onorario - l’unico occidentale insieme a Jürgen Habermas e Richard Rorty - dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali.
I suoi libri tradotti in tutto il mondo
Spaemann è autore di numerosi libri e articoli tradotti in varie lingue. “Fini naturali” è considerato il suo capolavoro. Il saggio riflette sul “mancato riconoscimento delle basi morali e prepolitiche dello Stato”. Tra le sue opere più recenti tradotte anche in Italia si ricordano “La diceria immortale. La questione di Dio o l'inganno della modernità” (2008), “Persone. Sulla differenza tra qualcosa e qualcuno” (2007). Dai suoi scritti emerge il confronto con il tema del nichilismo e della violenza politica e lo sforzo di interpretare la modernità e il dualismo ad essa legato, attraverso la riscoperta dei fondamenti più autentici della metafisica cristiana e classica.
“Non c’è etica senza metafisica”
Attingendo a Platone, Aristotele e san Tommaso d’Aquino ha promosso un pensiero fondato sul diritto naturale e sull’idea che fede e ragione non si escludano a vicenda. “Non c’è etica senza metafisica” era la convinzione Spaemann che di fronte alle sfide della manipolazione genetica non esitò a denunciarne le derive etiche e l’assimilazione alle pratiche naziste. Nel 2003 rimase vedovo della moglie Cordelia Steiner, sposata nel 1950 e madre dei suoi tre figli, tra i quali il noto psichiatra Christian Spaemann, noto per posizioni critiche nei confronti della teoria del gender.
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