Marcia della pace a Matera capitale della cultura 2019
Emanuela Campanile, Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Lunedì 31 dicembre a Matera, sono attese circa mille persone da tutta Italia, perchè quest'anno ad ospitare la 51.ma Marcia nazionale della Pace, è proprio la capitale della cultura 2019. Organizzata dall’Ufficio nazionale dei problemi sociali e del lavoro, da Caritas italiana, da Pax Cristi, dall’Azione Cattolica italiana e dall’Arcidiocesi di Matera–Irsina, la Marcia avrà inizio alle 18:00 con l'accoglienza dei partecipanti e, dopo la Santa Messa la fiaccolata seguirà un percorso scandito da testimonianze, preghiere e dal Messaggio di Papa Francesco: "La buona politica a servizio della pace" per la 52° Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio prossimo.
"Far diventare Matera luogo da cui parte, per tutto il mondo, un messaggio e un augurio di pace", è il desiderio di mons. Filippo Lombardi, curatore dell'evento e che, a Vatican News, racconta delle aspirazioni di Matera, già Città della Pace oltre che Capitale della Cultura 2019. (Ascolta e scarica il podcast dell'intervista)
Come vi sta ispirando il messaggio del Papa di quest’anno che chiede anche all’assetto politico di contribuire con valori che forse in questo momento non sono molto sentiti?
R. – Matera è già proclamata “città della pace”, gemellata per esempio con Betlemme, con la Palestina; e quindi vive già nel suo Dna quest’apertura al dialogo e alla pace. Sicuramente, dopo l’occasione della marcia, troveremo il modo di fare una riflessione con il mondo politico.
Voi avete detto chiaramente che questa marcia deve essere vissuta nel digiuno, nella preghiera, ma anche nell’offerta per chi ha meno, cioè per gli ultimi… Che spazio hanno i poveri nel vostro territorio?
R. – Nel piccolo di una diocesi di 145mila abitanti, diamo questo segnale di accoglienza, non solo attraverso lo Sprar, che è un’iniziativa del Comune gestita però da una cooperativa nata dal “Progetto Policoro”, ma anche e soprattutto attraverso l’accoglienza quotidiana che avviene nelle nostre comunità e nelle nostre parrocchie.
Cosa vorrebbe restasse, nella gente che partecipa a questa marcia?
R. – Un senso di grande apertura verso il mondo: quindi Matera capitale europea della cultura proiettata in una realtà più ampia. Questa marcia della pace ci fa aprire gli occhi sicuramente, e vogliamo che la gente apra gli occhi su tutti i territori dove le persone soffrono, soffrono la guerra, forse lontane da noi, però ci sono anche guerre interne, tante volte nelle famiglie. Quindi, che possa essere un’occasione di grande sensibilizzazione. E se è possibile, magari anche far diventare una tradizione per la città questa marcia anche per gli anni a venire.
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