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Gli oratori romani in Piazza San Pietro per la Benedizione dei Bambinelli

Oggi con il Centro Oratori Romani tornano in Piazza San Pietro i bambini e i ragazzi della diocesi di Roma per la tradizionale Benedizione dei Bambinelli dei presepi da parte del Papa. Intervista con don Simone Carosi

Giada Aquilino - Città del Vaticano

“Tutta la gioia in una culla”. È questo il tema scelto dal Centro Oratori Romani (Cor) per il tradizionale appuntamento con la Benedizione dei Bambinelli in Piazza San Pietro, che torna questa domenica all’Angelus del Papa. L’evento, nato per volontà di San Paolo VI, coinvolge bambini, ragazzi, famiglie ed animatori delle parrocchie romane per un momento prezioso del percorso di preparazione al Natale. “E’ un momento forte che caratterizza da anni la vita degli oratori, scandisce questo tempo di Natale ed è un rilancio del desiderare che Gesù diventi il centro della vita di ogni bambino e di ogni oratorio”, spiega a Vatican News don Simone Carosi, dalla scorsa estate assistente spirituale del Cor e parroco di Santa Maria Stella Mattutina nel quartiere romano della Balduina (Ascolta l'intervista a don Carosi).

Il vero dono è Gesù

“In una società come quella di oggi che si sta dimenticando del vero motivo per cui si fa festa, che è Gesù, penso - afferma don Simone - che sia proprio un’occasione per ‘rimettere al centro’ il Signore, pensare che se noi oggi ci scambiamo dei doni è perché per primo Dio Padre ci ha fatto il regalo di suo Figlio, dono meraviglioso. E quindi è ricentrare la nostra vita su Gesù e su Lui fondare tutta la nostra attività e la nostra esistenza. Sicuramente è sentire un Dio vicino, che non rimane distante dai problemi e dalla vita, ma è sapere che è un Dio che si è fatto carne, che si è fatto uomo come noi, è qualcuno su cui si può contare, a cui si possono affidare tutte le speranze ma anche tutte le angosce, le piccole paure di ogni bambino e di ogni giovane”. Di fronte alle notizie di conflitti e violenze, in effetti “si percepisce una certa paura”, aggiunge don Simone; “quando parliamo con i bambini delle notizie dei giornali e delle tv, diciamo loro: ‘Non guardate da soli, fatevi accompagnare da papà e mamma’, proprio perché tante notizie possono veramente incutere timore, soprattutto nel cuore di un piccolo. Però, c’è comunque una grande fede, una grande speranza. I bambini poi credo che siano più di tutti quelli capaci di guardare oltre le difficoltà del momento, oltre le paure, oltre le guerre, perché c’è sempre quella luce, quella speranza che si può accendere nel cuore di ognuno. E quindi credo che i bambini a volte ci insegnino proprio a ricominciare. Lo stesso Bambinello, Gesù che si fa bambino, è un segno forte di novità, di nuovo inizio. Credo che anche per i nostri bambini, come per noi adulti, sia così: accoglierLo come un segno per poter ricominciare sempre, senza rassegnazione”. D’altra parte Papa Francesco, lo scorso anno, nel benedire le statuine per i presepi dei fedeli, esortò a farsi “attirare dalla tenerezza di Gesù Bambino, nato povero e fragile in mezzo a noi, per darci il suo amore”. Senza Gesù, disse, il Natale sarebbe una “festa vuota”.

Il programma di domenica

Ad accogliere domenica, a partire dalle 8:30 del mattino, i bambini e i ragazzi provenienti da decine di parrocchie romane sono i giovani animatori del Cor, in un percorso di festa e di preghiera, a cominciare dalla Messa alle 10:00 in Basilica Vaticana, presieduta dal cardinale Angelo Comastri e concelebrata dai sacerdoti degli oratori, accolti proprio da don Carosi. A seguire, i gruppi si spostano sulla piazza per attendere insieme, fra canti natalizi e momenti di animazione, le parole di Papa Francesco, accompagnati da mons. Gianrico Ruzza, vescovo ausiliare per il Settore Centro e segretario generale del Vicariato di Roma, e dal presidente dell’associazione diocesana, David Lo Bascio.

La realtà del Cor

Quella del Cor è una realtà radicata nel tempo, fondata nel secondo dopoguerra dal Servo di Dio Arnaldo Canepa, per promuovere la pastorale oratoriana nella diocesi di Roma. “C’è una forte attenzione alla formazione degli animatori”, prosegue don Simone. “Gli animatori di oratori non sono soltanto persone che fanno giocare i bambini, ma sono catechisti. La grande intuizione di Arnaldo Canepa è stata proprio questa: pensare che un animatore di oratorio è un vero e proprio educatore. C’è pertanto una grande attenzione nel Cor a una formazione molto solida per gli animatori, perché naturalmente tutto quello che loro trasmettono ai bambini diventa poi importante per i piccoli. C’è dunque una grande responsabilità”. Soprattutto in vista del Natale. L’augurio di don Simone diventa allora quello di “abbandonare tutte le false sicurezze, guardando a Cristo Signore che si fa piccolo, che si fa uomo, aggrappandoci saldamente a Lui, unica certezza di questo nostro mondo che è tormentato ma che è amato da Dio”.

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15 dicembre 2018, 08:15