Suor Ausilia: l’amica degli ebrei
«Vorrei incontrare di nuovo quelle famiglie ebree che durante l’occupazione di Roma ospitammo nel nostro convento in via Sistina, al numero civico 113, su precisa indicazione di Pio XII». In un momento in cui la cronaca torna a registrare inquietanti episodi antisemiti, suor Ausilia Polletta, 93 anni appena compiuti, settant’anni di vita religiosa celebrati il 9 giugno scorso, ha raccontato ieri mattina questo suo desiderio a Papa Francesco, al termine della Messa a Santa Marta.
Il conforto ad una mamma con le sue due figlie
«Ricordo in particolare una mamma con le sue due figlie: con loro avevo stretto una bellissima amicizia e ci davamo coraggio a vicenda per superare insieme la paura» racconta suor Ausilia, religiosa dell’Immacolata Concezione di nostra Signora di Lourdes. È una piccola congregazione fondata in Francia nel 1863 per rilanciare l’impegno a «essere un segno di vita e di speranza, testimoniando l’amore di Dio salvatore» manifestato dalla Madonna a santa Bernadette Soubirous. E le 115 suore oggi lo testimoniano attraverso l’accoglienza ai pellegrini nel santuario mariano, l’educazione dei giovani e l’assistenza alle persone sofferenti in alcuni Paesi europei ma anche in Cile, Brasile e Argentina.
La sua missione è la preghiera
Nata a Ferentino, in provincia di Frosinone, suor Ausilia ha vissuto, oltre che in Italia, tra Belgio, Svizzera e Francia: «Per 48 anni a Nizza ho servito le persone anziane e ammalate con tutto il mio amore». E «oggi — afferma la religiosa — la mia missione è la preghiera: soprattutto prego ogni giorno per il Papa, per la beatificazione di Pio XII e per le giovani suore, perché non si scoraggino mai e vivano fino in fondo la loro vocazione».
Il ricordo del suo primo voto consentito alle donne nel 1946
A rivelarne la forza un particolare: tra gli oggetti più cari che suor Ausilia conserva c’è la sua tessera per votare datata 1946. «Era la prima volta che alle donne italiane era consentito di recarsi alle urne — ricorda — e io non persi quell’occasione storica per dare il mio contributo a ricostruire l’Italia dopo la guerra». (L'Osservatore Romano)
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