Card. Sandri: i nuovi schiavi sono i migranti del Mediterraneo
Roberto Piermarini – Città del Vaticano
Su invito del superiore locale dei Padri Mercedari, il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, si è recato a Cagliari per presiedere la conclusione dell'Ottavo Centenario dell'Ordine Mercedario presso la Basilica Santuario di Nostra Signora di Bonaria, da quasi sette secoli affidata ai Religiosi, e tanto caro alla memoria degli abitanti di Buenos Aires, avendo preso la città quel nome proprio in ricordo e omaggio alla Vergine venerata in Sardegna. In proposito il porporato argentino ha voluto ricordare Papa Francesco, venuto anch’egli come pellegrino a Bonaria nel settembre del 2013 dopo la sua elezione
San Pietro Nolasco: da "mercante di stoffe a mercante di uomini"
All’omelia nel corso di una solenne concelebrazione, il card. Sandri ha ricordato il fondatore dei Mercedari san Pietro Nolasco che come “mercante di stoffe, si accorse che lungo le strade del mondo a lui contemporaneo molti fratelli erano resi schiavi e venduti, trasformandosi da “mercante di stoffe in mercante di uomini” impegnando tutta la sua esistenza per il loro riscatto e la restituzione della libertà”. “Quanto accadeva intorno a San Pietro Nolasco, nella Spagna del XIII secolo ha detto - è molto simile a quanto vivono i cristiani – insieme ad altre minoranze - in Siria, in Iraq, oltre che nei Paesi che accolgono i rifugiati provenienti da quelle Nazioni”.
Il card. Sandri ha ricordato i morti del Mediterraneo
“Da Cagliari, città affacciata sul mare, e che dal mare trae vita – ha detto il porporato - pensiamo alle migliaia di morti che lo stesso Mar Mediterraneo ha prodotto in questi ultimi anni, non ultimi alcuni poche ore fa: i nuovi schiavi, che se anche non hanno le catene ai piedi, sono costretti a lasciare terre visitate dalle guerre o dalle povertà endemiche. Esse, dobbiamo riconoscerlo, sono frutto di dinamiche perverse che colpiscono quei popoli ma hanno le loro radici in altre stanze – le abitazioni degli Erodi dei nostri giorni – i quali continuano ad alimentare divisioni, lotta per il controllo delle risorse, traffici di armamenti, che fanno leva su antiche contrapposizioni confessionali e sul dilagare di ideologie fondamentaliste che si diffondono tra gli strati più poveri delle popolazioni. Il servizio alla libertà al giorno d’oggi – ha esortato - ci veda impegnati nel soccorrere chi ha incatenato la sua esistenza a trafficanti di uomini e di morte, ma anche a chiedere compatti che la vita umana, ogni vita, dal primo istante del concepimento fino alla morte naturale, sia servita e onorata in ogni parte della terra”.
Il messaggio alla famiglia mercedaria
Nel corso dell’omelia il card. Sandri ha citato le parole di papa Francesco nella speciale udienza del 6 dicembre scorso, quando ha detto che la spiritualità della famiglia mercedaria “si fonda sull’esperienza di essere stati voi per prime redenti da Cristo “Redenti per redimere, redimidos para redimir”, essendo consapevoli che l’infedeltà all’alleanza offertaci dal Signore, il rinchiuderci nella prigionia di noi stessi e del nostro egoismo, è anzitutto la nostra”.
Affidati alla Vergine chi vive privato delle libertà e nella schiavitù
Infine il card. Sandri ha invocato la Madre della Mercede, Signora di Bonaria, affinchè al termine del solenne giubileo dell’Ordine Mercedario, faccia sentire l’urgenza del dono di noi stessi nelle vicende quotidiane. “Inviaci insieme al tuo Figlio nelle viscere del mondo per far emergere coloro che vivono nelle tenebre e nell’ombra di morte, per essere speranza di libertà per coloro che hanno perso la speranza, rendi la nostra vita moneta di scambio per il riscatto di quei nostri fratelli, che vivono privati della libertà e senza speranza nelle nuove periferie della schiavitù”.
A Cagliari il saluto alle realtà della Chiesa orientale
Giunto nel capoluogo sardo sabato sera, il cardinale ha incontrato l'arcivescovo mons. Arrigo Miglio, trattenendosi con un gruppo di fedeli in una testimonianza sulla realtà delle Chiese Cattoliche Orientali, con particolare riferimento alla situazione di Siria, Iraq e Ucraina, quest'ultima rappresentata a Cagliari da una comunità greco-cattolica che celebra regolarmente in una Chiesa messa a disposizione dall'arcidiocesi.
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