Card. Bassetti ai liberi e forti di oggi: lavorate insieme per l'unità del Paese
Debora Donnini – Città del Vaticano
Il 18 gennaio di 100 anni fa nasceva il Partito Popolare Italiano con l’Appello ai liberi e forti. Don Sturzo – ricorda il cardinale Bassetti – lo fondava proprio “con l’attenzione a coniugare l’integralità del Cristianesimo con il rispetto della laicità della politica, anche per evitare – come diceva lo stesso Sturzo – che «la religione venga compromessa in agitazioni politiche e in ire di parte»”. In questa medesima direzione va l’appello che il cardinale Bassetti ha rivolto, oggi pomeriggio, nella sua Introduzione alla Sessione invernale del Consiglio Permanente:
Governare il Paese significa servirlo e curarlo come se lo si dovesse riconsegnare in ogni momento. Ai liberi e forti di oggi dico: lavorate insieme per l’unità del Paese, fate rete, condividete esperienza e innovazione. Come Chiesa assicuro che faremo la nostra parte con pazienza e coraggio, senza cercare interessi di bottega, per meritarci fino in fondo la considerazione e la stima del nostro popolo.
Grazie a comunità crotonese e a chi si è adoperato per enti non profit
A precedere questo forte appello del cardinale Bassetti un duplice ringraziamento. Prima di tutto agli abitanti di Torre di Melissa, sulla costa crotonese, dove alcuni giorni fa la comunità ha espresso una “solidarietà corale” nei confronti di una cinquantina di profughi curdi, finiti in balia delle onde. Mentre sul migrante “stentiamo perfino a confrontarci con serenità, pronti come siamo a scaricare su di loro un malcontento sociale che – come sostiene Papa Francesco – «enfatizza i rischi per la sicurezza nazionale o l’onere dell’accoglienza»”, la piccola comunità ha scritto “una pagina di segno contrario”, rileva il porporato.
Sui poveri non ci è dato di dividerci, né di agire per approssimazione: la stessa posizione geografica del nostro Paese e, ancor più, la nostra storia e la nostra cultura, ci affidano una responsabilità nel Mediterraneo come in Europa.
Il secondo “grazie” il presidente della Conferenza episcopale italiana lo rivolge a quanti - “non da ultimo le testate giornalistiche” - si sono adoperati per evitare il raddoppio della tassazione sugli enti che svolgono attività non profit. Come ha sottolineato il presidente del Consiglio – ricorda il porporato – “il mondo del Terzo settore riveste nella società italiana un ruolo determinante”:
A mia volta, aggiungo che questa sua centralità vive di valori e progetti, è spazio educativo e formativo all’insegna della gratuità e del servizio; è spazio di impegno civile, teso alla costruzione del bene comune. Più di ieri c’è bisogno di questa società civile organizzata, c’è bisogno dei corpi intermedi, di quella sussidiarietà che risponde alle povertà e ai bisogni con la forza dell’esperienza e della creatività, della professionalità e delle buone relazioni.
Timore per scoraggiamento dove il male attecchisce
In un tempo “attraversato da venti che disperdono, provocando in molti confusione e smarrimento”, per il porporato bisogna “impegnarsi a lavorare meglio”, concentrandosi sull’essenziale. “Se la confusione è grande, non dobbiamo essere noi ad aumentarla”, prosegue il cardinale Bassetti che teme non le difficoltà ma lo scoraggiamento, terreno su cui “il male attecchisce e cresce”:
Temo l’indifferenza con cui il male si impadronisce delle nostre paure per trasformarle in rabbia. Temo l’astuzia che si serve dell’ignoranza. Temo la vanità che avvelena gli arrivisti. Temo l’orizzonte angusto dei luoghi comuni, delle risposte frettolose, dei richiami gridati.
Trovare unità al servizio del bene comune
La relazione cristiana - prosegue - non è un “galateo o una lezione di buone maniere” ma una disposizione del cuore e della mente, una scoperta di quanto sia possibile affrontare anche i problemi più impegnativi quando si ha amore. Non si tratta di “proporre facili rassicurazioni” quando il popolo è confuso, lasciando capire che sono altri che devono pensarci ma bisogna saperci confrontare con franchezza e “assumere con determinazione le scelte necessarie” per essere soprattutto più chiari e uniti. Forte dunque il richiamo all’unità: “è triste osservare chi è intento ad andare per la sua strada e, al più, si ferma per commentare e criticare” mentre “è bello poter fare tesoro dell’esperienza di una comunità, poter contare sulla creatività di alcuni e sulla saggezza di altri, entrambe poste a servizio del bene”. “Intorno a Cristo - ricorda - non si sta sparsi e sdegnosi, ma insieme”.
Serve un metodo, non rincorrere l’attualità
Il cardinale Bassetti invita poi a seguire un metodo, supportato da continue verifiche e “da un luogo di elaborazione culturale che non sia semplicemente una vetrina per proporre se stessi”. “Ci serve metodo - prosegue - anche per utilizzare al meglio le risorse materiali e finanziarie che i cittadini e i fedeli mettono a disposizione della Chiesa” e per “interagire con le Istituzioni, in modo distinto e collaborativo”.
Non possiamo, infatti, limitarci a rincorrere l’attualità con comunicati e interviste; non possiamo perdere la capacità di costruire autonomamente la nostra agenda, aperti a ciò che accade – a partire dalle emergenze che bussano ogni giorno alla porta – ma fedeli a un nostro programma pastorale, che è poi il Vangelo di nostro Signore, incarnato in questo tempo.
Serve progetto condiviso: mostrare al Paese che i cattolici non disertano sfide
Per il porporato è quindi il momento di sperimentare, “con rinnovata convinzione, la forza della nostra comunione”, di “fare in modo che le singole Conferenze Episcopali Regionali siano rese maggiormente protagoniste; di studiare le singole questioni con l’aiuto dei molti che possono darci una mano; di stimolare e valorizzare l’operosità degli Uffici della nostra Segreteria generale”. Disponibilità e competenza non mancano e quindi il cardinale Bassetti chiede: “Aiutiamoci a maturare quell’arte di governo che rende tutti responsabili”. In sostanza si tratta di ripartire da “questo stile sinodale”, di viverlo sul campo, fra la gente, per sostenere e consolare, in modo che sia “più facile distinguere le buone idee dalle cattive”, “adottare i provvedimenti più incisivi” e “scegliere i collaboratori più validi”:
Vorrei arrivare all’Assemblea di maggio con un progetto condiviso, così che si possa dire: la Chiesa italiana non si lamenta, ma si prepara a fare di più e meglio. Vorrei che sapessimo mostrare al Paese che noi cattolici non disertiamo le sfide impegnative di questo nostro tempo, convinti come siamo che possono essere affrontate e superate.
Tra i temi del Consiglio: approvazione del Regolamento per il Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili
Questa Sessione del Consiglio permanente ha come compito quello di confrontarsi sugli Orientamenti pastorali. Viene anche affrontata l’approvazione di un Regolamento per il Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, costituito presso la Cei, e si provvede alla nomina del suo Presidente e di un coordinatore. Ci sarà anche una disanima delle principali questioni che interessano il Paese per poter contribuire, come Chiesa, a rendere questo tempo migliore per tutti. E ad illustrare il comunicato finale sarà mercoledì il segretario generale, mons. Stefano Russo.
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