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Preghiera per la pace in Terra Santa in 10mila città

Si celebra oggi la XI Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa. Migliaia le città di tutto il mondo che si uniscono in preghiera. Intervista a padre Giuseppe Ferrari, frate francescano e delegato per l’Italia della Custodia di Terra Santa

Salvatore Tropea – Città del Vaticano

L’ultima domenica del mese di gennaio, come ormai tradizione, si celebra una Giornata mondiale di preghiera per la pace nei luoghi della Terra Santa. Quest’anno, giunta all’undicesima edizione, la giornata coinvolgerà oltre 10mila città in tutto il mondo, che si uniranno spiritualmente con Gerusalemme e Betlemme. L’evento arriva alla fine della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Non solo l’intercessione per la pace in un territorio che viene molte volte scosso da profonde divisioni politiche e sociali, ma anche per continuare a vivere – e incrementare – il rispetto e il dialogo, tanto tra i cristiani quanto con le altre fedi religiose.

La Terra Santa è un luogo di pace

La Giornata di preghiera contiene in sé molteplici messaggi, come spiega a Vatican News padre Giuseppe Ferrari, frate francescano e delegato per l’Italia della Custodia di Terra Santa. (Ascolta l'intervista a padre Giuseppe Ferrari sulla XI Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa). “Bisogna partire – afferma – da ciò che la Terra Santa rappresenta, ovvero la terra dove Dio si è manifestato e dove il Signore ha annunciato un messaggio di pace e di salvezza”. Un luogo, dunque, che è “per eccellenza una terra di pace”. C’è però la costante presenza di guerre e conflitti, che rappresentano “una ferita per la storia dell’umanità”.

Non abituarsi al clima di conflitto

Padre Ferrari sottolinea poi il rischio, per chi vive nei luoghi della Terra Santa, di essere vittime di una sorta di assuefazione e quindi “di abitudine a vivere in questa situazione di costante tensione”. Una realtà che è dunque “drammatica – commenta il frate francescano – e che rischia di avvilire e stancare le persone”.

I cristiani così non si sentono soli

L’analisi di padre Ferrari si sposta poi sul numero esiguo della comunità cristiana in Terra Santa. In particolare “a Gerusalemme si è assottigliata sempre di più negli ultimi venti anni”. Questo ha portato i cristiani a “sentirsi soli”. La Giornata di intercessione per la pace può dunque rappresentare un modo “per non far isolare” chi vive in quei luoghi, anche chi professa altre religioni. “Tutte le città unite in preghiera da tutto il mondo possono infatti rappresentare – spiega padre Ferrari – un barlume di speranza. Un po’ come gettare un raggio di sole in una giornata di nebbia”.

Ascolta l'intervista a Padre Ferrari

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27 gennaio 2019, 07:40