Giornata dell’Infanzia missionaria mondiale: Vivi e Passa Parola
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Coinvolgere i ragazzi nella dimensione missionaria della Chiesa formarli alla vocazione che non ha età, perchè è propria del cristiano, che è quella della testimonianza. E' questo l'impegno centrale della Giornata mondiale dell'Infanzia missionaria che si celebra ogni anno il 6 gennaio promossa dall’Opera dell’Infanzia Missionaria sin dal 1800 e poi introdotta anche in Italia e, a livello ecclesiale, seguita dalla fondazione Missio della Cei. Il Papa nel dopo Angelus ha salutato, come fa ogni anno, questa iniziativa e i ragazzi stessi invitandoli ad essere "atleti di Gesù" per testimoniare il "Vangelo in famiglia, a scuola e nei luoghi di svago".
Nel 2019 il tema scelto è emblematico ed è composto da due verbi: Vivi e Passa Parola.
Comunicare a tutti Gesù che è Vita
"Vivi" è un invito a vivere in pienezza, sentirsi vivi e ascoltare i "vivi" che hai attorno e quelli del mondo di oggi, specie i meno fortunati: sentire la vita che ci parla e con essa ascoltare le gioie e le sofferenze dei tutti i bambini del mondo. E a tutti coloro che ci stanno intorno siamo chiamati a Passare la Parola, cioè Gesù. Così spiega in sintesi a Vatican News, don Giuseppe Pizzoli nuovo direttore delle Pontificie Opere Missionarie, a lungo missionario in Brasile e poi in Africa: (Ascolta l'intervista a don Giuseppe Pizzoli)
R. - Il tema di quest’anno sottolinea il fatto che i ragazzi hanno bisogno di vivere veramente un’esperienza cristiana in gruppo, nella loro parrocchia, con i loro educatori, ma l’esperienza cristiana non ha il suo sapore pieno se non diventa anche testimonianza, comunicazione, evangelizzare: quindi vivi la tua amicizia con Gesù e trasmettilo come una fonte di vita piena.
La Giornata del 6 gennaio è in realtà solo l'inizio, perchè durante l’anno i ragazzi sono chiamati anche a un lungo percorso di formazione…
R. – Sì, studiano alcuni temi in particolare: l’importanza della preghiera; la fraternità; la condivisione con chi è più in difficoltà e la testimonianza vera e propria. In un certo senso l’infanzia missionaria, che è nata come opera di solidarietà, diventa in tal modo una forma di educazione anche diciamo vocazionale.
La vocazione missionaria non ha età
E' la vocazione senza età del cristiano, quella di dare testimonianza ribadisce il direttore delle POM facendo riferimento anche al video Messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale della Gioventù di Panama. Don Giuseppe Pizzoli, racconta anche come in Africa o meglio ancora in Brasile, dove ha trascorso dieci anni come missionario fidei donum nello Stato di Paraiba, abbia colto la bellezza e la ricchezza con cui i ragazzi al termine dell'anno di catechesi e formazione, raccontavano agli adulti le scoperta e la crescita spirituale avvenuta in loro. I ragazzi" ci dice "sono maestri nella solidarietà perchè sono spontanei, sensibili e privi di barriere nei confronti del prossimo; e poi sanno impegnarsi per chi è più bisognoso". Così anche quest'anno nel periodo dell'Avvento e in vista del 6 gennaio, nelle parrocchie, sono stati invitati anche a realizzare piccoli progetti di raccolta fondi con personali rinunce o atraverso iniziative familiari in favore di bambini in difficoltà nel resto del mondo.
Raccogliere fondi per salvare vite umane
"Posso testimoniare - afferma don Giuseppe - come tutti i soldi raccolti dai ragazzi vadano a buon fine. In Burkina Faso - dove ho svolto l'incarico di amministratore dei beni della missione - sono arrivati fondi per costruire servizi igienici adeguati in una scuola o per risolvere gravi carenze nutrizionali ancora presenti nela Paese E quante vite sono state salvate!". L'importanza, aggiunge ancora il direttore dell POM, è " poter dare ai ragazzi l'esempio che donare è più bello che ricevere" e che la cosa più bella da donare è Gesù.
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