Gmg Panama: l’Incontro mondiale della gioventù indigena
Massimiliano Menichetti - Città del Vaticano
Inizia domani a Soloy, diocesi panamense di David, il primo Incontro mondiale della gioventù indigena (Imgi). Mons. José Domingo Ulloa, arcivescovo di Panama, ha confermato la partecipazione di oltre 1000 ragazzi che fino al 21, prima di prendere parte alla Gmg, condivideranno cultura millenaria e speranza cristiana. Centrale sarà la preghiera, ma largo spazio sarà dedicato all’ascolto delle testimonianze di coetanei impegnati sui fronti della salvaguardia delle terre e contro lo sfruttamento indiscriminato del creato. I ragazzi visiteranno anche villaggi e grotte rituali.
Da Cracovia a Panama
Un incontro che raccoglie l’eredità della Gmg di Cracovia ed ispirato dalle parole del Papa che ha invitato i giovani non solo a fare “memoria del passato”, ma ad avere il “coraggio nel presente” ed essere “speranza per il futuro”. Il logo dell’evento racchiude in un cerchio, dal bordo colorato, una capanna di paglia - casa tradizionale di molti popoli indigeni - simbolo della comunità, con una croce a rappresentare il cammino di ogni fedele con Cristo che è - precisano gli organizzatori - “pienezza di speranza per i nostri popoli”. Presenti anche cacao e mais, “frutti sacri per molte popolazioni mesoamericane”. Non manca il forte legame con la Madre Terra, espresso delle radici che escono dalla lettera “M”, e un piccolo camaleonte che “invita a rispettare tutta la creazione di Dio nella sua grande diversità”.
Nel solco della Laudato si'
Giovani e vescovi responsabili della pastorale indigena hanno più volte evidenziato l’entusiasmo per questa iniziativa, che si colloca nel solco dell’Enciclica del Papa Laudato si', dopo il recente Sinodo dei giovani che ha mostrato una Chiesa viva e ricca di entusiasmo.
Verso il Sinodo per l'Amazzonia
L’evento apre simbolicamente la Giornata Mondiale della Gioventù, in cui confluirà, e si proietta verso il Sinodo per l’Amazzonia che si terrà ad ottobre, in Vaticano. Un incontro che metterà al centro le sfide della fede, ma anche le difficoltà, le minacce e le speranze che la realtà indigena vive, come il Papa ha rimarcato a Puerto Maldonado a gennaio dello scorso anno: “Abbiamo bisogno che i popoli originari plasmino culturalmente le Chiese locali amazzoniche” - aveva detto Francesco - condannando al contempo i grandi interessi economici che si muovono senza rispetto alcuno per la terra e l’uomo. Francesco si era congratulato anche con i giovani dei popoli originari “che si sforzano di elaborare, dal proprio punto di vista, una nuova antropologia e lavorano per rileggere la storia dei loro popoli dalla loro prospettiva”. L’Imgi ospiterà anche danze, canti e murales, proprio perché come ha ribadito il Papa “per mezzo della pittura, della letteratura, dell’artigianato, della musica” si mostra al mondo la visione del cosmo e la ricchezza culturale.
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