Minacce di morte a leader indigeni in Colombia, preoccupazione della Repam
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Nel bacino amazzonico, ricorda in un comunicato la Rete Ecclesiale Panmazzonica (Repam), sono stati molti i leader indigeni e i contadini uccisi e perseguitati. In Colombia il dipartimento di Putumayo è stato teatro di una serie di proteste da parte di comunità contadine e indigene. Si tratta di un territorio interessato da molteplici attività estrattive volte allo sfruttamento del petrolio e di altre risorse naturali. L’anno scorso, in Colombia, sono state almeno 500 le persone uccise. In Brasile la situazione non migliora. Ogni giorno, si legge nel comunicato, ci sono notizie di atti di violenza, di morti e aggressioni permanenti contro le popolazioni indigene. Anche nel resto dei Paesi del bacino amazzonico ci sono segnali allarmanti di crescenti violazioni dei diritti umani.
Appello agli Stati e all'Onu
La Repam esorta inoltre gli Stati del bacino amazzonico a garantire i diritti, a proteggere la vita e a salvaguardare le persone. La difesa della vita, si legge nel documento, non può essere ignorata da coloro che devono garantire i diritti, specialmente quando sono state lanciate minacce pubblicamente. “Stiamo vivendo – si sottolinea inoltre nel comunicato - situazioni di estrema violenza, in cui la vita umana è a rischio, così come quella della Madre Terra e dei suoi figli”. La Repam ribadisce infine che anche le Nazioni Unite e la Commissione Interamericana dei diritti umani devono accompagnare i processi di tutala dei diritti.
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