Manifestazione a Città del Guatemala contro la decisione del presidente Morales Manifestazione a Città del Guatemala contro la decisione del presidente Morales 

Vescovi Guatemala: in pericolo lo Stato di diritto

“Enorme preoccupazione e grande indignazione di fronte agli avvenimenti degli ultimi giorni” sono stati espressi dai vescovi del Guatemala dopo la decisione del Presidente Jimmy Morales di espellere la Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala, decisione bloccata dalla Corte Costituzionale

In un comunicato firmato ieri dal presidente della Conferenza episcopale del Guatemala (Cicig), mons. Gonzalo de Villa Vasquez e dal segretario generale, mons. Domingo Buezo Leiva, i vescovi “Stigmatizziamo decisamente lo scontro aperto tra l’attuale governo della Repubblica e altri organismi dello Stato legittimamente costituiti, scontro che mette in pericolo il già fragile Stato di diritto nel Paese. Per questo – afferma il testo dei presuli, pervenuto all’Agenzia Fides - riaffermiamo l’esigenza di difendere il primato dello Stato e il rispetto della legge, a cominciare dalla Costituzione politica della Repubblica, come esigenza fondamentale per quanti occupano incarichi negli organi direttivi dello Stato e per ogni cittadino”. I vescovi vedono comunque con sollievo “le azioni coerenti con la legge intraprese dalla Corte costituzionale, organo costituito per determinare la corretta interpretazione della Costituzione della Repubblica”.

La polarizzazione distoglie dai problemi che attraversa il Paese

L’episcopato respinge decisamente “la polarizzazione che, portata all’estremo, degenera in violenza, con gravi conseguenze per la pace sociale” e “in questo modo si distolgono le energie che dovrebbero essere utilizzate per andare verso la soluzione dei gravi problemi di fondo del Paese, come le carenze di attenzione per la salute, l’educazione, la diseguaglianza sociale, la disoccupazione, le migrazioni, le persone colpite dai disastri naturali, la mancanza di rispetto per i diritti umani”. Questi e tanti altri fattori vanno a detrimento della qualità della vita della maggior parte della popolazione, “in particolare dei più poveri, che sopravvivono in condizioni di vita deplorevoli”.

L’auspicio che il voto si svolga in condizioni di uno Stato di diritto

Citando il recente discorso di Papa Francesco al Corpo diplomatico sulla necessità di regolare le relazioni tra i popoli in base al diritto, alla giustizia, ai trattati e non con la forza, l’arroganza o la violenza, i vescovi auspicano che la prossima consultazione elettorale “si svolga in condizioni di uno Stato di diritto” e invitano tutti i guatemaltechi “a informarsi adeguatamente, a pensare senza essere manipolati e ad adottare criteri per saper discernere rispetto alla propaganda e alle informazioni diffuse dalle reti sociali e da altri media”. Esortano quindi a mettere il massimo impegno per assicurare che le prossime elezioni “siano opportunità per trovare soluzioni” e non siano macchiate da interessi contrari al bene comune, dalla corruzione o dai finanziamenti illeciti. “Chiamiamo la popolazione a non lasciarsi rubare l’opportunità di eleggere i propri rappresentanti in coscienza e libertà” ribadiscono con forza.
Il messaggio si conclude chiedendo a Dio la sua benedizione perché conceda a tutti un’autentica conversione “verso i valori fondamentali del Regno di Dio, il senso del bene comune, la vita dei più poveri, la pace e la riconciliazione, così necessarie nelle ore incerte che vive il nostro tibolato Guatemala”.

Mons. Ramazzini: non frenare lotta contro corruzione e impunità

Dal canto suo mons. Alvaro Ramazzini, vescovo di Huehuetenango, aveva evidenziato che il provvedimento di Morales “mina lo Stato di diritto e compromette il rispetto dovuto alle leggi del Paese… frena il processo iniziato e le decisioni concordate negli accordi di pace”, tra cui lo smantellamento degli organismi criminali all’interno dello Stato e la lotta contro la corruzione e l’impunità. (S.L. - Agenzia Fides)
 

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11 gennaio 2019, 12:17