Bambino Gesù, un unicum anche dal punto di vista giuridico
Salvatore Tropea – Città del Vaticano
Centocinquant’anni di storia appena compiuti, ma anche novanta da ricordare per le peculiarità giuridiche e legislative che caratterizzano l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Con la stipula dei Patti Lateranensi – e in particolare del Trattato – l’11 febbraio del 1929, infatti, le disposizioni in esso contenute furono e sono ancora fondamentali per quelle che sono le “zone extraterritoriali”. E proprio l’ospedale ne è un esempio.
Bambino Gesù, una realtà unica
A porre un focus sul tema è il volume di Rossana Ruggiero, edito dalla Libreria Editrice Vaticana e presentato ieri pomeriggio nella Sala Marconi di Palazzo Pio. “Il tipo di legislazione che interessa il Bambino Gesù – spiega l’autrice – è sicuramente molto complessa e articolata, basti pensare all’intreccio tra diritto canonico, ecclesiastico, dello Stato italiano e di quello vaticano”. Ma proprio questa peculiarità “ha permesso di sviluppare in positivo il lavoro della struttura”. Inoltre, prosegue la Ruggiero, “un ruolo fondamentale è stato giocato dalle donne, dalla duchessa Arabella Fitz-James, moglie del duca Scipione Salviati, che si fece promotrice della fondazione dell’ospedale, per arrivare all’attuale presidente”.
L’Ospedale del Papa, che si apre al mondo
Ed è proprio la presidente Mariella Enoc, intervenendo alla presentazione del libro, che sottolinea la natura sempre più internazionale dell’istituto. “La storia dell’ospedale – racconta – nasce dall’unione tra scienza e carità che, come due sorelle, hanno continuato a camminare insieme fino ad oggi”. Attualmente il Bambino Gesù è valutato come la migliore struttura pediatrica in Europa e “continua ad essere un’eccellenza sia nella ricerca scientifica sia per le relazioni umane che si vivono” spiega la Enoc. Inoltre l’istituto, chiamato da tutti “l’Ospedale del Papa”, si è aperto al mondo e ogni anno “accoglie molti bambini che arrivano soprattutto dai paesi più poveri e disagiati o che vivono situazioni di conflitto”. La presidente del Bambino Gesù ha infatti ricordato la lettera del Nunzio apostolico in Venezuela con la richiesta di ricoverare 230 bambini. Allo stesso tempo la Enoc ha evidenziato “le missioni internazionali che l’ospedale conduce, sia in territori economicamente poveri come l’Africa centrale, sia in nazioni sviluppate ma dove manca la formazione del personale medico”.
L’extraterritorialità, una via per l’eccellenza
A ribadire l’unicum del nosocomio romano anche monsignor Giorgio Corbellini, presidente dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica e monsignor Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, segretario del Pontificio consiglio per i Testi legislativi, intervenuti al dibattito. In particolare Corbellini ha sottolineato l’importanza “delle zone extraterritoriali, così sancite dal Trattato Lateranense del 1929, che hanno messo l’Ospedale – spiega il prelato – in una posizione giuridica ben particolare perché gode dell’immunità e del trattamento giuridico riservato agli enti centrali della Chiesa, poiché è una realtà gestita direttamente dalla Santa Sede”. Una regolamentazione, dunque, che secondo i relatori “non ha frenato o impedito la crescita, ma ne ha favorito nel tempo uno sviluppo rigoglioso e qualificato”.
La dimensione valoriale dell’Ospedale
Il libro della Ruggiero, composto da quattro parti, riporta quindi in luce la dimensione valoriale del Bambino Gesù, ma anche la storia, l’identità e le peculiarità riconosciute all’istituto grazie al Trattato del ’29. All’interno del testo, inoltre, sono presenti i brani originali tratti dal Diario delle trattative di Francesco Pacelli, contornate da immagini storiche del nosocomio. Una seconda appendice, invece, riporta, per la prima volta, la storia della Fondazione Bambino Gesù, la connessione con l'Ospedale e il loro rapporto rispetto alla Santa Sede, allo Stato della Città del Vaticano e allo Stato italiano.
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