Consegnata la Lampada della pace al re di Giordania
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Con una cerimonia nella basilica superiore di Assisi davanti a 212 i giovani, provenienti da 32 nazioni, la comunità francescana ha consegnato al re di Giordania, Abdullah II la Lampada della pace. Nel donare il riconoscimento, padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi, ha ricordato che il sovrano è impegnato nella promozione dei diritti umani e nell’armonia interreligiosa, che si adopera per la riforma dell’istruzione e per la tutela della libertà di culto, ed è impegnato per offrire un rifugio sicuro a milioni di profughi. “Nell’offrire a lei la Lampada della pace – ha affermato padre Gambetti - affidiamo anche il sogno della fraternità universale che le chiediamo di promuovere ancora presso le Nazioni Unite”. Dal francescano anche un appello all’Europa perché non abdichi “ad illusorie quanto malsane aspirazioni sovraniste”.
Re di Giordania: la Lampada, simbolo di pace
Tenere viva la Lampada della pace, simbolo di luce e guida per un avvenire migliore per tutti i popoli della terra. E’ l’impegno assunto dal re di Giordania, Abdullah II, al momento della consegna del riconoscimento. Nelle sue parole il ricordo degli attentati terroristici in Nuova Zelanda e l’invito a rispettare un minuto di silenzio “per commemorare quelle vittime e tutti i caduti vittime di odio e violenza”. Il re di Giordania ha invitato ad un dialogo autentico tra i popoli per superare le differenze. Sul ruolo delle fedi e della convivenza tra religioni diverse, il sovrano ha ricordato che la comunità cristiana è parte integrante del Medio Oriente, “essenziale per il futuro della regione”.
L’impegno di Amman per il recupero dei luoghi sacri
“La Giordania – ha affermato il re - è impegnata a sostenere il recupero di luoghi sacri musulmani e cristiani, inclusa la Chiesa del Santo Sepolcro. Amore e riguardo legano milioni di musulmani e cristiani di tutto il mondo alla città santa. Gerusalemme deve rimanere la città della pace e di unione tra le fedi”. Sulla crisi israelo-palestinese, ha espresso l’auspicio di “uno Stato sovrano palestinese, autonomo e indipendente, nei confini del 1967, con Gerusalemme est capitale, e ove si garantisca anche la sicurezza di Israele, come parte integrante della Regione, riconosciuta dai Paesi arabi e musulmani di tutto il mondo”.
Il saluto della Merkel
Lo scorso anno a ricevere il premio era stata la cancelliera tedesca Angela Merkel che, nell’occasione, ha ricordato come la Giordania sia stata un Paese aperto all’accoglienza. “Ha 10 milioni di abitanti, ha concesso protezione a più di 770mila profughi dalla Siria, e sono solo cifre ufficiali. È come se la Germania ne accogliesse 5 milioni e l'Italia 4 milioni: noi europei facciamo bene a essere consapevoli di tali dimensioni, questo ci impone il massimo rispetto ma anche la solidarietà”. La cancelliera ha sottolineato l’importanza di “vedere il mondo con lo sguardo dell’altro, prestare ascolto all’altro”. Serve “rispetto reciproco”, rispetto dei legami religiosi che rafforzano la convivenza pacifica. Ad Assisi Angela Merkel ha donato una porzione del muro di Berlino.
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