In Nicaragua il nunzio visita i prigionieri politici
Barbara Castelli – Città del Vaticano
Sono stati in tutto 16 i detenuti che ieri hanno potuto esprimere preoccupazioni e speranze al nunzio apostolico in Nicaragua, l’arcivescovo Waldemar Stanislaw Sommertag. Il presule, si legge in un comunicato della Nunziatura, inviato all’agenzia Fides, ha avuto “una conversazione personale, sincera e aperta” con tutti, ricordando “l’importanza della preghiera per sentire la vicinanza di Dio, con i cuori pieni di fiducia e animati nella ricerca della vera pace”.
Permane lo stallo politico
Nel Paese, intanto, faticano a riprendere i negoziati tra il governo del presidente Daniel Ortega e l’opposizione, a quasi un anno dalla crisi che ha causato la morte di oltre 325 persone e la recessione del Nicaragua. Ieri una missione dell’Organizzazione degli Stati americani è arrivata a Managua, nella speranza di favorire i colloqui avviati lo scorso 27 febbraio. I delegati dell’Alleanza civica per la giustizia e la democrazia, che riunisce imprese, società civile, agricoltori e studenti, hanno sospeso la loro partecipazione e per tornare al tavolo delle trattative chiedono il rilascio incondizionato di centinaia di prigionieri politici, la fine della repressione contro gli oppositori e il ripristino delle libertà di stampa e di manifestazione. Dal canto suo, il governo di Ortega ha reso noto che esclude la possibilità di elezioni anticipate, chiede la sospensione immediata delle sanzioni internazionali imposte al Nicaragua e promette la “liberazione dei detenuti nel quadro dei fatti delittuosi avvenuti a partire da aprile del 2018 che non sono stati ancora giudicati”, mentre per quelli che sono già stati processati “i loro casi saranno riesaminati”.
Solidarietà per la Cen
L’agenzia Fides riferisce, inoltre, di aver ricevuto messaggi di solidarietà per la posizione della Conferenza episcopale del Nicaragua, che ha scelto di non partecipare alle trattative. I sacerdoti della diocesi di Granada, ad esempio, hanno voluto esprimere pubblicamente l’appoggio alla Cen. “Ringraziamo i nostri Pastori per la vicinanza, la testimonianza e la fedeltà al lavoro profetico in questo momento storico nel nostro paese”, si legge in un comunicato, “vogliamo sottolineare l’esempio di comunione con Dio, fra di Voi e con il popolo, attenti sempre alla giustizia, alla verità, alla libertà, alla pace e al bene comune”.
Le origini della crisi
Le rivolte, scoppiate lo scorso aprile e duramente represse, sono iniziate quando il Fronte nazionale di liberazione sandinista ha deciso di modificare il sistema previdenziale, incrementando le tasse allo scopo di arginare la crisi finanziaria. Le proteste, inizialmente limitate, si sono poi intensificate fino a divenire un a vera e propria sollevazione contro l’esecutivo di Daniel Ortega, al potere dal 2007. Oltre alle vittime, si registrano anche oltre 600 prigionieri politici.
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