Niger: padre Maccalli da sei mesi in mano ai rapitori
Il 17 settembre scorso, uomini armati, che si spostavano in moto, hanno fatto irruzione nella missione, lo hanno preso e portato via; il confratello indiano che viveva con lui riuscì a mettersi in salvo. Nessuna rivendicazione è finora arrivata. Sospettati del rapimento, terroristi islamici, che sono attivi nella zona, provenienti dal Mali e dal Burkina Faso.
Testimone nel silenzio della sabbia del Sahel
“E’ un’eternità per noi. E’ stato preso in ostaggio da sconosciuti che una notte di settembre l’hanno portato via. Non sospettavano minimamente la portata del gesto che hanno compiuto”, racconta in un accorato messaggio inviato all’Agenzia Fides il suo confratello padre Mauro Armanino, della Società per le Missioni Africane (Sma).
“Non potevano sospettare che Pierluigi diventasse testimone nel silenzio della sabbia del Sahel che lo custodisce come solo lei sa fare. Sei mesi di vuoto che squarcia le apparenze che assediano la nostra vita odierna. Prigionieri, in realtà, siamo noi - continua il missionario - finti liberi di muoverci, parlare, agire e tradire. E non ci accorgiamo di essere, ormai da tempo, ostaggi delle paure e delle ipocrisie che ci fanno recitare ogni giorno a soggetto. Pensiamo di essere liberi eppure con l’umana tentazione di servitù volontarie che fanno amare catene, gabbie e prigioni. Maccalli è l’unico libero tra noi. Libero di lasciare che la verità torni a scrivere parole di sabbia nelle sue giornate assenti. Lui, testimone della follia e della menzogna della violenza che dal Golgota ha migrato nel Sahel. Anche la risurrezione, comunque, si trova qui e sei mesi sono tre giorni oppure quarant’anni”.
Beati quando diventeremo ostaggi dei poveri e non salverete nessuno
Padre Armanino scrive del suo confratello con accenti commoventi e poetici: “Dalla roccia evade l’acqua e dalla sabbia la libertà. Gridano i sassi e grida la sabbia. Gridano il suo silenzio mentre le nostre, troppo spesso, vane parole sono messe a tacere. Mai come adesso è padre Luigi Maccalli l’unico missionario sepolto nel Vangelo di sabbia che poi è l’unico compatibile col Sahel. Le pietre non diventano pane e i regni, visti da qui, sono fugaci e ingannatori. L’essenziale è invisibile agli occhi e proprio per questo Pierluigi è l’unico a vedere la gloria che si nasconde nella povertà. Non è mai stato ricco come adesso, libero e custode dell’unico segreto che solo ai piccoli viene rivelato. Beati sarete voi quando diventerete ostaggi dei poveri e non salverete nessuno”. (M.A./A.P. - Agenzia Fides)
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