India: aumentano gli attacchi alle minoranze nel periodo elettorale
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Sono in aumento le violenze anticristiane in India nel periodo elettorale in corso a partire dall'11 aprile. La denuncia arriva da monsignor Theodore Mascarenhas, vescovo ausiliare di Ranchi e segretario generale della Conferenza episcopale indiana che però rilancia un messaggio di pace e di fede.
Reazioni agli attacchi e appoggio politico
"Quello degli attacchi alle minoranze in India" afferma il presule ad Aiuto alla Chiesa che Soffre - ACS "è un fenomeno che ha luogo su una scala talmente vasta da far paura. Ho parlato con le religiose nei giorni scorsi e hanno riferito che alcuni dei responsabili sono stati arrestati. Ma il problema non sono le reazioni all’attacco, bensì il fatto che simili incidenti possano anche solo verificarsi in una società civilizzata".In India il lungo periodo di consultazioni elettorali si concluderà solo il prossimo 19 maggio: il partito nazionalista di Narendra Modi, il Bharatiya Janata Party - fa sapere ACS - è alla ricerca di un secondo mandato, possibilità che preoccupa non poco i cristiani e le altre minoranze dal momento che da quando il BJP è al potere le violenze ai danni dei non indù si sono moltiplicate. L’ultimo grave episodio è l’attacco del 26 marzo scorso a Chinnasalem, nello Stato del Tamil Nadu, dove 200 fondamentalisti indù hanno attaccato una scuola cattolica e aggredito le suore che la gestivano.
"Questi gruppi - è la preoccupazione di monsignor Mascarenhas - non vengono fermati, né sui social media né nella vita reale, sembrano ricevere privilegi politici, e persino l'autorizzazione da parte della leadership. Ed è questo il problema più grave: anziché fermarli i leader politici li stanno incoraggiando".
Le cause delle violenze e il lavoro della Chiesa
Monsignor Mascarenhas è convinto che l’opera della Chiesa al fianco degli ultimi sia una delle motivazioni dietro gli attacchi. "Come afferma un proverbio locale, si tirano sassi soltanto all’albero che porta frutti. Ed io ritengo che una delle ragioni per cui i fondamentalisti sono contro di noi sia il nostro lavoro a sostegno dei poveri".
L’aumento delle violenze, non impedisce tuttavia alla Chiesa di portare avanti la propria missione. "Ho chiesto" afferma ancora il presule "alle suore recentemente attaccate se avessero paura e mi hanno risposto di non essere spaventate e di voler continuare a gestire la loro scuola. E così tutti noi continueremo a servire i più poveri dei poveri. Sappiamo che questo ci causerà gravi difficoltà, che ci porterà persecuzioni, e avversità, ma seguiteremo a fare il nostro lavoro per i poveri, per Dio e per Gesù".
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