Centrafrica. Padre Gazzera contro lo sfruttamento delle miniere
Camillo Barone – Città del Vaticano
Tutto è iniziato quando una società cinese ha cominciato alcuni mesi fa a scavare nell’area alla ricerca dell’oro. I danni ambientali e umani provocati durante gli scavi possono però essere fatali per la gente del posto. Per questo padre Gazzera, sostenuto dalla popolazione locale, ha deciso di indagare documentando i lavori di questa ditta. Al missionario hanno sequestrato cellulare e macchina e poi lo hanno portato alla Brigata Mineraria, il comando militare incaricato di difendere le miniere. L’arresto del religioso ha però provocato una rivolta popolare. Circa 4mila persone hanno manifestato per richiedere alle autorità la sua liberazione. Da anni, ormai, oro e diamanti vengono venduti o trafficati, alimentando le violenze nel Paese. Il colloquio a Bangui tra il primo ministro, il card. Nzapalainga e padre Gazzera, verterà proprio sulle problematiche legate all’estrazione mineraria, come spiega in un questa intervista il missionario
R. – Io spero che si possa riuscire a cavare qualcosa di buono anche da questo incidente, da questo problema. Tra l’altro proprio in questi giorni, il Papa incontrando il Dicastero dello sviluppo umano, ha detto le stesse cose, non poteva esserci tempismo più perfetto. Tutte le attività, anche quelle minerarie devono contribuire allo sviluppo, soprattutto al bene comune delle persone.
Padre Aurelio, questa vicenda è arrivata anche in parlamento a Bangui che è la capitale del Centrafrica e col cardinale Nzapalainga ci sarà un momento di confronto con il governo, il primo ministro soprattutto, per capire meglio di cosa si sia trattato. Cosa si aspetta lei da questo incontro istituzionale?
R. – In questi giorni incontreremo il primo ministro insieme al cardinale, proprio perché vogliamo cercare di fargli capire con molta calma i problemi che ci sono dietro e cercare di aiutarli a prendere qualche decisione in modo da aiutare la popolazione e a fare sì che questo possa causare meno danni possibili e possa ricadere almeno un po’ di ricchezza sulla popolazione locale.
Tutto questo ci fa riflettere sulla problematica dello sfruttamento delle risorse minerarie in Africa subsahariana… Sul suo blog lei tende a precisare che nella maggior parte dei casi i poveri restano poveri e che le multinazionali cinesi occidentali non portano lavoro e benessere a chi è nato lì, anzi spesso anche le donne e i bambini vengono reclutati per questi lavori usuranti…
R. - Purtroppo il governo centrale dimentica tantissime parti del Paese. Si occupa a malapena della capitale con poco e con poche iniziative, quindi la gente si ritrova con un governo assente, che poi però viene a imporre uno sfruttamento di quelle che erano le miniere artigianali che diventano industriali e quindi tutto quello che è risorsa naturale, parliamo di oro ma parliamo anche di fauna, pesci e quello che c’è, è completamente preso da queste società e la gente ha un malcontento forte anche perché non ha ricevuto nessun beneficio, anzi ne pagano le conseguenze con l’aumento (di prezzo?), ad esempio, dei generi di prima necessità, come la manioca… Il malcontento è cresciuto ed è bene che il governo si metta seriamente all’ascolto di queste persone che ha bisogno.
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