Guinea, per la Caritas la corruzione è malcostume da combattere
Alessandro Guarasci – Città del Vaticano
Nel quarto anniversario della Laudato Si’, nel dossier “Corruzione: ecologia umana lacerata”, Caritas italiana analizza l’intreccio tra corruzione, interessi economici e migrazione, attraverso il caso della Guinea, Paese ricco di risorse, ma con alti tassi di povertà e di corruzione. La corruzione rappresenta in effetti uno dei fattori di spinta della migrazione dalla Guinea, da cui parte un numero crescente di migranti, molti minori, rilevati lungo la rotta verso il Nord Africa e l’ Europa.
I danni della corruzione, non solo materiali
La Guinea è l’emblema di un Paese dalle enormi risorse naturali, e che tuttavia giace in una povertà mortificante. Ed ecco che allora la gente lascia il paese. Nel 2017 i guineani sono stati la seconda comunità per arrivi via mare in Italia. La corruzione è talmente endemica da vanificare i progressi in campo politico ed economico, tantoché più del 50% dei guineani giudica male l’operato governativo nella lotta alla corruzione. Per la Caritas se i danni materiali della corruzione sono enormi, ancora più deleteri sono quelli immateriali: disuguaglianze, ingiustizie, decadimento del senso civico e, soprattutto, la rottura del legame di fiducia con istituzioni e comunità del proprio Paese.
Le proposte della Chiesa
Dalle Chiese africane, come si legge nel dossier, arrivano proposte concrete di contrasto alla corruzione a ogni stadio del suo sviluppo: dalle profonde radici sociali che la causano alle sue manifestazioni politiche, fino ai suoi molteplici effetti, a partire proprio dal fenomeno migratorio. In particolare nel 2019 Caritas Guinea ha avviato un articolato progetto triennale per contrastare le cause della migrazione nelle diocesi di Conakry, Kankan e N’Zérékoré. L’intervento ha un duplice obiettivo: da un lato combattere la disoccupazione attraverso l’aiuto a circa 400 giovani nell’ambito della formazione professionale e dell’agricoltura, dall’altro una diffusa campagna di sensibilizzazione sui rischi della migrazione che accompagnerà le attività del progetto per tre anni.
Per Federico Mazzarella, curatore del Rapporto Caritas, la corruzione spesso ha basi etniche e anche il nuovo governo non è riuscito a fare molto rispetto ai precedenti.
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