In libreria testo inedito di Karol Wojtyła
Alessandra Maria Turco – Città del Vaticano
La prima edizione polacca è del 2018. L’Opera, una raccolta di meditazioni sull’essenza del cristianesimo elaborata dal papa Polacco sulla base del celebre Discorso di san Paolo Apostolo all’Areopago di Atene (cfr. Atti degli Apostoli 17,22-34), esce nel corso dell’anno in cui si ricorda il 40° anniversario dell’elezione dell’arcivescovo di Cracovia al Soglio pontificio (1978). «Non sappiamo a chi fossero rivolte queste catechesi, non sappiamo se e quando siano mai state rese pubbliche» (p. 168). L’Autore si rivolge «a tutti quelli che mi ascoltano» o «agli uomini del nostro tempo» (pag. 172).
La prefazione del card. Dziwisz
Nella Presentazione al volume il card. Stanisław Dziwisz, Arcivescovo emerito di Cracovia e segretario personale del Pontefice, parla dell’importanza di questo testo pubblicato «in questo particolare momento storico in cui tutti sentiamo nuovamente la necessità di una catechesi profonda e generale sulle verità della fede, di una catechesi che in modo completo ci introduca nel mistero dell’opera di Dio nella nostra storia umana» (pag. 5). Le catechesi raccolte mostrano la dimensione mistica di Giovanni Paolo II e il suo dialogo Dio mediante la preghiera continua e silenziosa. «La profondità di questi testi» - sottolinea ancora il cardinale Dziwisz «riflette perfettamente la sua straordinaria concezione del mondo dal punto di vista della comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo» (pag. 6). Attraverso queste meditazioni sarà possibile «avvicinarsi al mistero di Dio che San Paolo ha predicato in Grecia e Giovanni Paolo II – sulle sue orme – ha portato in quasi tutte le parti del mondo» (pag. 6). Questa lettura è un modo per ri-conoscere in profondità la persona del Papa polacco e per constatare «la sua fede operosa per mezzo della speranza e della carità» (pag. 6-7).
All’interno delle catechesi traspare la forte fede dell’Apostolo Paolo
Le Catechesi di Paolo all’Areopago sono ancora oggi un simbolo del grande passato dialogo tra fede cristiana e classicità greca, che è all’origine dell’intera «cultura dell’Europa» e della civiltà occidentale (pag. 14). Paolo di Tarso, ricorda l’allora arcivescovo Wojtyła, non solo rappresenta la storia ma è lui stesso un simbolo delle nostre origini spirituali: «Lui, fariseo convertitosi a Cristo, che nel passato aveva perseguitato la Chiesa nascente, parlando nell’Areopago testimonia l’incontro dell’eredità spirituale di Israele con l’eredità della Grecia» (pag. 15). All’interno delle catechesi traspare la forte fede dell’Apostolo Paolo e la sua visione della religione come ricerca di Dio (pag. 17).
I temi affrontati da Papa Wojtyla
I temi affrontati sono diversi e vertono attorno alla definizione della figura di Dio, creatore, da cui «prende origine tutto ciò che esiste» (pag. 24) e al suo rapporto con l’uomo. Tra i contenuti presenti più significativi vale la pena ricordare: la libertà che il Creatore ha dato all’uomo, il problema della sofferenza e del male nel mondo in cui viviamo, la condizione dell’uomo nel mondo contemporaneo, la Chiesa e il rapporto con l’Eucarestia.
Il Discorso di Paolo all’Areopago nello spirito del Concilio Vaticano II
Commentando il Discorso di Paolo all’Areopago Karol Wojtyła si ricollega esplicitamente alle intenzioni e allo spirito del Concilio Ecumenico Vaticano II: «individuare le condizioni per riaprire un dialogo con l’umanità contemporanea e incontrarla nel suo vissuto concreto e reale» (pag. 141). Allo stesso tempo sviluppa anche alcuni aspetti che Gaudium et spes, a suo parere, aveva lasciato sullo sfondo: «la doverosa centralità del mistero della Redenzione» (pag. 147). Conclude il volume l’analisi storico-filologica del manoscritto originale, realizzata dalla dott.ssa Marta Burghardt, la quale ci presenta le caratteristiche e l’aspetto del manoscritto: «in alto a sinistra di ogni pagina compare l’incipit AMDG (Ad Majorem Dei Gloriam: Per la maggior gloria di Dio); oppure J+M: «Gesù Maria»; o il monogramma composto dalle lettere greche chi e rho, che significa Gesù Cristo (dal greco Xριςτος)» (pag. 168). Tra l’altro viene evidenziato che: «molte citazioni bibliche sono state integrate soprattutto con il numero mancante dei capitoli e dei versetti, altre sono state corrette e sistemate in base al testo della Sacra Bibbia. Questo sta a dimostrare che l’Autore delle catechesi ha scritto a memoria le citazioni bibliche, altrimenti le avrebbe scritte in modo esatto, inserendo il numero dei versetti. […] Si può anche presumere che Woytiła conoscesse quasi a memoria gli scritti conciliari di cui riporta diversi passi» (pagg. 169-170).
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