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A Colombo ingenti misure di sicurezza dopo gli attentati di un mese fa A Colombo ingenti misure di sicurezza dopo gli attentati di un mese fa 

Nunzio a Colombo: i cattolici non si sono sentiti protetti dal governo

Per il nunzio apostolico in Sri Lanka mons Pierre Nguyén Van Tot, c’è stata molta solidarietà nel Paese e nel mondo per i cattolici colpiti negli attentati di un mese fa. La Chiesa – che sta aiutando le famiglie delle vittime – lamenta di non essere stata protetta dal governo che era stato allertato su possibili attentati

Amedeo Lomonaco – Colombo (Sri Lanka)

I cattolici in Sri Lanka si sentono abbandonati dal loro governo perché non sono stati protetti. E’ quanto sottolinea mons Pierre Nguyén Van Tot, nunzio apostolico a Colombo ad un mese dagli attacchi nel Paese asiatico che hanno causato almeno 253 morti. Non basta condannare, bisogna distruggere, estirpare le radici della violenza.

Ascolta l'intervista a mons. Van Tot

R. – È stato molto triste. Tutto il popolo ha sofferto: non solo i cattolici, ma tutti sono stati solidali, offrendo anche il loro aiuto per seppellire i morti e portare i fedeli negli ospedali. C’è stata molta solidarietà. E anche il governo ha fatto molto per aiutare questo popolo. Il trauma rimane ancora: molte famiglie sono state divise e molte persone hanno detto: “Avevamo una bella famiglia, molto felice, e ora i terroristi ce l’hanno distrutta”. Ecco, è una realtà molto triste. La Chiesa cattolica cerca di partecipare al loro dolore: cerchiamo di aiutarli.

In concreto, come la Chiesa cattolica cerca di lenire queste ferite?

R. – Visitiamo le famiglie, vediamo quali sono le necessità e portiamo gli aiuti anche attraverso le preghiere, le Sante Messe. Organizziamo le collette per portare loro cibo. Credo che l’arcivescovo riceva aiuti finanziari anche dall’estero per sostenere queste famiglie. Per quanto riguarda la nunziatura, io cerco di visitare alcune famiglie e vedere concretamente come possiamo aiutare ciascuna di loro.

Dopo gli attacchi abbiamo anche assistito ad una situazione di tensione tra le varie comunità

R. – Sì, i cattolici non comprendevano come fosse potuto succedere un fatto del genere, contro di loro. Però, il messaggio lanciato dall’arcivescovo è stato sempre di perdono e di riconciliazione, anche se lui stesso ricorda che il governo dovrà punire i colpevoli. Quindi, i cattolici non si sentono abbandonati dalla comunità cattolica, quanto piuttosto dal loro governo, e si sono chiesti: “Come mai non siamo stati protetti?” C’è questo tipo di risentimento.

Quindi anche il discorso politico ha avuto un suo ruolo in questa storia?

R. – Sì, credo che anche il governo abbia ammesso una mancanza e ora cercano anche di giudicare alcune persone chiave, per capire il perché non abbiano potuto prevenire questi attacchi.

Eccellenza, un suo appello alla comunità cattolica mondiale ad un mese dagli attacchi…

R. – Vedo che molte comunità cattoliche inviano messaggi di conforto. Anche il Santo Padre ha parlato in due occasioni, il giorno di Pasqua e il Lunedì di Pasqua, e noi ci siamo sentiti molto consolati. Forse chi ha il potere nel mondo, dovrà sradicare queste violenze. Perché, a mio parere, non basta condannare, ma è necessario distruggere la radice di questa violenza.
 

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21 maggio 2019, 10:23