A Cascia le celebrazioni in onore di Santa Rita
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Questa mattina il corteo storico in costumi quattrocenteschi e il solenne pontificale presieduto dal card. Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. A conclusione della cerimonia, il tradizionale rito della benedizione delle rose, simbolo per eccellenza di Santa Rita, che nonostante “le spine” della vita, ha saputo spargere il buon profumo di Cristo.
Il gemellaggio di fede e di pace con la città di Matera
Moglie, madre, vedova, poi consacratasi a Dio nel monastero di Cascia dove visse nella preghiera e dedicandosi a opere di carità per circa 40 anni. Questo è stata Santa Rita. Alla piccola religiosa in odor di santità, il giorno della morte, tanta gente volle rendere omaggio così da dar vita a una lunga processione nella cittadina umbra. A rievocare quella folla ogni anno, il 21 maggio, vigilia della memoria liturgica, è il transito di Santa Rita cui segue una fiaccolata, frutto del gemellaggio di fede e di pace che di anno in anno unisce Cascia ad un’altra città dove è particolarmente viva la devozione alla taumaturga. Ieri sera, protagonista della 61.ma edizione della manifestazione è stata Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, da dove è partita la Fiaccola della Pace.
Le donne insignite del Riconoscimento Santa Rita 2019
A ricordo delle virtù di Rita, ieri pomeriggio, quattro donne che hanno imitato il suo esempio hanno ricevuto il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2019. Si tratta di Elisabetta Forlenza di Torrevecchia Pia (Pavia), che, dopo un duro cammino di sofferenza, provata dal rancore, ha perdonato l’uomo che, ubriaco, ha investito uccidendolo suo figlio. Approdata alla conversione del cuore, ha trasformato il dolore in amore da offrire agli altri, anche attraverso la creazione di un gruppo di preghiera che ha avvicinato a Dio tanti giovani e adulti lontani dalla fede. Fabrizia Felici di Norcia, che ha abbracciato la croce accogliendo come meraviglioso dono di Dio la nascita della sua primogenita affetta da una rara malattia e che si è dedicata con gioia, amore e generosità anche ai più deboli. Rosanna Serantoni di Cascia, per aver dedicato totalmente la vita, con amore e fede, alla cura della sua famiglia, prima assistendo il figlio Giovanni affetto da autismo, poi accompagnando il marito negli anni della malattia fino alla sua morte e, subito dopo, offrendo le sue cure amorevoli al primogenito Fabio nella riabilitazione seguita a un grave incidente che ha privato il giovane della sua autonomia. Nunzia Addolorata Epifania (Tina) di Matera, per aver creduto fortemente nel suo matrimonio, perdonando i ripetuti tradimenti del marito e portandolo, con l’incessante preghiera fiduciosa a Dio e a Santa Rita, al pentimento e alla conversione.
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