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Viviane Lambert, madre di Vincent Viviane Lambert, madre di Vincent 

Caso Lambert. Arcivescovo di Reims: Francia non intraprenda via eutanasia

Testo integrale della dichiarazione del 13 maggio scorso dell’arcivescovo di Reims, mons. Éric de Moulins-Beaufort, e del vescovo ausiliare, mons. Bruno Feillet, sul caso di Vincent Lambert

Sulla vicenda di Vincent Lambert, la Chiesa di Reims ha pubblicato una dichiarazione il 13 maggio scorso, a firma dell’arcivescovo, mons. Éric de Moulins-Beaufort, e del vescovo ausiliare, mons. Bruno Feillet, in cui si lancia un forte appello alla società francese perché non intraprenda la via dell’eutanasia. Pubblichiamo di seguito il testo integrale della dichiarazione secondo una nostra traduzione.

Qualche settimana fa, il Consiglio di Stato ha convalidato legalmente la decisione presa dell’equipe del settore delle cure palliative dell’ospedale CHU di Reims per quanto riguarda la situazione di Vincent Lambert. Questo team ha quindi confermato la sua responsabilità nell’interrompere l’alimentazione e l'idratazione del signor Lambert come riterrà opportuno. Il dottor Sanchez ha annunciato alla famiglia la sua intenzione di attuare la sua decisione nella settimana del 20 maggio. La morte del signor Lambert è segnata, nonostante gli appelli dei suoi genitori.

Molti sono preoccupati per la fine di quello che una volta era il "caso Lambert".

In quanto arcivescovo di Reims e vescovo ausiliare di Reims, le nostre preghiere vanno prima di tutto al signor Lambert, a sua moglie, a sua figlia, ai suoi parenti, ai suoi fratelli e sorelle e a tutti i suoi amici. Preghiamo inoltre per i medici, il personale infermieristico e per gli assistenti dell’ospedale CHU di Reims, che da anni si prendono cura di Vincent Lambert. Preghiamo anche per coloro che hanno e che devono ancora decidere quello che sarà suo destino. Ringraziamo i membri della cappellania che sono andati a fargli visita quanto più regolarmente possibile.

La situazione medica e umana di Vincent Lambert è particolarmente complessa. Determinare le cure appropriate per lui non è facile e qualsiasi giudizio che lo riguarda è delicato. Ciò che è stato sperimentato intorno al signor Lambert è unico e non dovrebbe essere applicato ad altri casi. In tali situazioni, nessuna decisione umana può essere garantita come perfetta o addirittura considerata come la  migliore. Una società deve sapere avere fiducia dei medici e rispettare le loro decisioni collegiali che chiamano in campo la loro responsabilità professionale e umana; i medici, dal canto loro, devono accettare di tener conto delle opinioni dei parenti e aiutare le loro decisioni con una riflessione etica sulla responsabilità degli esseri umani nei confronti gli uni degli altri.

Tuttavia, gli specialisti sembravano essere d’accordo sul fatto che il signor Lambert, per quanto dipendente a causa del suo incidente, non sia in fin di vita. Pur accogliendo l’impegno dell’equipe dell’ospedale CHU, sorprende il fatto che il signor Lambert non sia stato trasferito in un’unità specializzata nell’accompagnamento dei pazienti in stato vegetativo o di coscienza minima.

Appartiene alla condizione dell’uomo e alla sua grandezza dover morire un giorno. É bene ricordarlo in un momento in cui alcune persone rivendicano il diritto di morire quando e come vogliono, mentre i profeti del transumanesimo annunciano la fine della morte.

E' in gioco l’onore di una società umana non lasciare che uno dei suoi membri muoia di fame o di sete e fare tutto il possibile per mantenere fino alla fine le cure appropriate. Permettersi di rinunciarvi perché una tale cura ha un costo o perché sarebbe inutile lasciar vivere la persona umana rovinerebbe lo sforzo della nostra civiltà. La grandezza dell'umanità consiste nel considerare la dignità dei suoi membri, specialmente dei più vulnerabili, come inalienabile e inviolabile.

Le nostre società ben attrezzate si sono organizzate in modo tale che le persone in situazioni di stato vegetativo o di coscienza minima, siano supportate fino alla fine da strutture ospedaliere e seguite da personale competente. Anche le loro famiglie e i loro amici sono chiamati a dare sostegno nell’eventualità che uno dei propri cari che si trovasse in una situazione di questo tipo e le fondamenta per un buon accompagnamento si trovano proprio nella fiducia reciproca tra queste persone. Molte persone sperimentano che questo sostegno, se pur estenuante, contribuisce a renderli più umani. Il dovere della società è aiutarli.

Continuiamo a pregare e invitiamo anche voi a farlo, affinché la nostra società francese non intraprenda la via dell'eutanasia. Rendiamo grazie a Dio per coloro che ogni giorno sono testimoni della grandezza di ogni essere umano, accompagnandolo fino alla sua fine.

Éric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e Bruno Feillet, vescovo ausiliare di Reims.

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20 maggio 2019, 14:29