Aumentano le vocazioni nei territori di missione. P. Bognon: è la vitalità della fede
Matteo Petri – Città del Vaticano
La Pontificia Opera di San Pietro Apostolo è una delle quattro Pontificie Opere Missionarie. Fu fondata nel 1889 a Caen, in Francia, dalla signora Jeanne Bigard, dietro ispirazione di mons. Jules-Alphonse Cousin, vescovo missionario e all’epoca vicario apostolico di Nagasaki. Lo scopo della POSPA è quindi quello di sostenere, con la preghiera e l’aiuto economico, la formazione del clero locale nelle Chiese di missione, oltre che quella dei candidati alla vita religiosa, maschile e femminile.
Ma quali sono oggi i Paesi di missione? A Vatican News parla padre Guy Bognon segretario generale della Pontificia Opera di San Pietro Apostolo:
R.-Questi Paesi sono in Asia, Africa, Sudamerica e Oceania. In questi Paesi abbiamo tante vocazioni, ci sono dei seminari dove possiamo trovare 200-300 seminaristi.
Rispetto al passato sono aumentate le vocazioni?
R.- Sì, rispetto al passato sì. Perché in passato non c’era una fede viva. Oggi ci sono tanti cristiani e possiamo dire che la fede è praticata e ci sono anche quelle che chiamiamo le pastorali delle vocazioni. Dove ci sono queste pastorali, le vocazioni si moltiplicano.
Perché questo aumento di vocazioni?
R.- Perché in tante parrocchie c’è la vitalità della fede, la vitalità della Chiesa. I cristiani sono praticanti, tanti vanno in chiesa, tanti sono coinvolti nelle attività della chiesa. Dunque così, non si nasconde la fede. Mi sembra che Dio chiama e quando lui chiama, i giovani sono pronti a rispondere perché sono aiutati anche da adulti che praticano, vedono quindi degli esempi e vogliono anche loro dedicarsi a ciò che riguarda Dio.
La Pontificia Opera di San Pietro Apostolo come sostiene queste vocazioni?
R.- Prima di tutto inviamo ogni anno nei seminari i cosiddetti sussidi ordinari che servono al mantenimento, a pagare cioè i formatori e i professori e a fare alcuni lavori del seminario. Oltre a ciò forniamo anche dei sussidi straordinari che servono per costruire cappelle, edifici, biblioteche o aule scolastiche ed anche per comprare tutto ciò che è necessario a portare avanti le attività del seminario. Per sostenere le vocazioni pensiamo anche a formare i formatori attraverso borse di studio, messe a disposizione delle diocesi oppure attraverso formazione permanente. In tutti gli ambienti di lavoro è necessario aggiornarsi e i formatori dei seminari hanno bisogno di condividere la missione comune.
Quali sono i vostri progetti futuri ?
R. - Continueremo a svolgere la nostra attività annuale a servizio dei seminari. Progetti da prendere in seria considerazione in questi tempi riguardano poi i seminari propedeutici e il sostentamento delle religiose e dei religiosi con borse di studio universitarie perchè possano avere un' autonomia intellettuale.
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