Uisg, suor Kafka: camminare insieme alla gente, con i piedi per terra
Giada Aquilino - Città del Vaticano
“Non siamo servitù ma siamo al servizio dell’evangelizzazione, della tenerezza”, attraverso “un rapporto umano di prossimità” con gli altri, “ovunque ci troviamo”. Questo il senso della missione della vita consacrata femminile nelle parole di suor Jolanda Kafka, missionaria clarettiana polacca, nuova presidente dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg). È stata eletta nel maggio scorso al termine dell’Assemblea plenaria della Uisg dedicata al tema: “Seminatrici di speranza profetica”. La incontriamo ad un passo da Castel Sant’Angelo a Roma, nella sede dell’organizzazione mondiale che riunisce le superiore generali degli Istituti di religiose cattoliche, nata a conclusione del Concilio Vaticano II, l’8 dicembre 1965 (Ascolta l'intervista a suor Jolanda Kafka).
Servizio sì, servitù no
Con Vatican News ricorda l’udienza del Papa alle partecipanti alla plenaria, in cui Francesco il 10 maggio scorso, consegnando il discorso preparato e conversando a braccio con quante presenti in Aula Paolo VI, si è soffermato sul “servizio delle religiose”, inteso non come occasione per “diventare la domestica di un chierico”, ma come missione nella dimensione dell’apertura agli altri: “Servizio sì - ha detto appunto il Pontefice - servitù no”. “Il Papa - racconta suor Jolanda - ci ha aperto un ventaglio di orizzonti” su come “la Chiesa veda la donna consacrata”: “noi non lavoriamo da sole, come un ente speciale, ma ci inseriamo nel cammino della Chiesa che in questo momento è di rinnovamento, dal punto di vista della sinodalità, del costruire con gli altri una cultura della cura, del dialogo”. “Lì siamo noi, insieme - aggiunge - agli altri”.
Tavola d’attenzione su abusi
E l’Unione internazionale delle superiore generali è “con gli altri”: con circa 1.900 membri provenienti da più di 100 Paesi, rappresenta oltre 450.000 religiose che operano nel mondo. L’obiettivo della nuova presidenza, in carica fino al 2022, è quello di proseguire i progetti “già in cammino” e di iniziarne nuovi, “di formazione, di solidarietà, di condivisione con gli altri, di rispetto del Pianeta e di protezione dei vulnerabili”, assicura suor Kafka, citando pure l’impegno nel campo della salute, del dialogo interreligioso, della pace. “Un nuovo progetto, che è sorto come una risposta alla situazione odierna, è quello di stabilire - ribadisce - una tavola di attenzione riguardo agli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili”, tanto che la Uisg ha già rilasciato due dichiarazioni pubbliche sugli abusi di ogni tipo, compresi quelli subiti dalle religiose, nel novembre 2018 e a febbraio 2019, dal titolo: “Contro ogni forma di abuso” e “L’abuso di bambini è un male ovunque e in ogni tempo: questo punto non è negoziabile”.
Compassione per il mondo
La donna “come figlia di Dio e della Chiesa” offre tutto ciò che è “nella sua natura”, prosegue la presidente della Uisg parlando di “genio femminile della Chiesa”, proiettandosi “come persona che cura la vita”, come “segno di compassione per il mondo”: la donna, evidenzia suor Jolanda, “ha pari condizioni” con l’uomo e “cammina per costruire ponti di collaborazione” nella società odierna. Ne è un esempio Talitha Kum, la Rete internazionale della vita consacrata contro la tratta di persone che dal 2009 favorisce la collaborazione tra donne e uomini consacrati in oltre 70 Paesi per aiutare le vittime di tale piaga a risollevarsi. Come superiore generali, conclude, “cercheremo insieme il modo di essere davvero ‘seminatrici di speranza profetica’ giorno per giorno”, con i “piedi per terra” e “camminando con la gente”.
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