Padre Patton: il valore della presenza dei cristiani in Terra Santa
Marco Guerra – Città del Vaticano
La popolazione cristiana sta conoscendo un drastico calo della sua presenza nei Territori della Cisgiordania sottoposti all’Autorità palestinese. Ad affermarlo è un breve contributo firmato da Hanna Issa, membro del Consiglio di Fatah e Segretario generale del Consiglio islamo-cristiano palestinese per Gerusalemme e i Luoghi Santi.
I fattori economici
Nel testo, diffuso dal website abouna.org e ripreso dall’Agenzia Fides, Hanna Issa chiama in causa i “fattori politici e economici” all’origine dei flussi migratori che stanno riducendo al minimo la presenza cristiana in Cisgiordania.
Calo delle presenze in numerosi villaggi
Nel rapporto presentato dall’esponente di Fatah si fa riferimento all’indebolimento della presenza dei cristiani in diversi villaggi: nella città araba di Jenin, 26 km a nord di Nablus, su 70mila abitanti i cristiani sono soltanto 130, quasi tutti cattolici di rito latino; a Tubas, altra cittadina araba della Cisgiordania settentionale, gli abitanti sono 40mila, e i cristiani sono solo 45, appartenenti alla Chiesa greco ortodossa; a Burqin, villaggio palestinese non lontano da Jenin, i cristiani sono meno di 70, su una popolazione di 7500 abitanti; anche le comunità di battezzati presenti nei centri abitati di Jalameh e Kafr Koud sono composte da poche decine di persone. Mentre nel villaggio di Deir Ghazaleh, fino a 10 anni fa abitato da una consistente minoranza cristiana, adesso i battezzati sono solo 4 su 1200 abitanti.
Evitare emarginazione componente cristiana
Il progetto nazionale palestinese – rimarca l’esponente di al Fatah – si fonda sul riconoscimento della piena uguaglianza tra cittadini di religioni diverse, ma l’instabilità politica si traduce in instabilità sociale e economica. Per questo – prosegue Hanna Issa – occorre preservare l'identità araba palestinese di fronte a tutti i condizionamenti che possono generare situazioni di discriminazione nella società palestinese e di emarginazione della sua componente cristiana.
Patton: presenza stabile o in leggera diminuzione
Intervistato da VaticanNews, padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, non conferma né smentisce i numeri forniti dal politico palestinese ma invita a distinguere tra la presenza in termini percentuali – che diminuisce per via dell’incremento numerico delle altre comunità – e quella in termini numerici assoluti che invece resta “stabile o in leggera diminuzione”. Padre Patton ha spiegato che in alcune zone i cristiani sono persino aumentati, come nel caso della parrocchia di Betlemme, dove nell’ultimo anno si sono registrati circa 30 funerali e 60 battesimi.
La Roaco per la Terra Santa
Il custode di Terra Santa in questi giorni si trova in Vaticano per la 92.ma Assemblea Plenaria della Roaco, la Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali. Durante i lavori dell’organismo, che si sono conclusi ieri, è stato dedicato molto spazio anche alla situazione della Chiese del Medio Oriente. Si è riflettuto sulle difficili condizioni della minoranza cristiana, colpita da problemi economici e di sicurezza, che portano molti giovani a lasciare le loro terre.
Il valore della presenza cristiana
Per questo motivo padre Patton ha sottolineato che la “sfida pastorale” più importante è far capire ai cristiani della Terra Santa “il valore della loro presenza, in territorio difficile, impegnativo e faticoso”. “I cristiani – ha proseguito – sono la componente più disposata a cercare soluzioni di pace”.
La formazione dei giovani
La Roaco ha quindi riflettuto sia sugli aiuti di tipo economico, volti a sostenere le Chiese e le comunità cristiane del Medio Oriente, sia sul sostegno pastorale rispetto al quale si è discusso molto della formazione dei giovani. Infine padre Patton ha parlato del ruolo fondamentale svolto dalle scuole cattoliche per quanto riguarda la formazione dei ragazzi e il dialogo fra i giovani di diverse fedi religiose.
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