Mons. Nosiglia: Santa Bernadette interceda per tutti gli scartati del mondo
Giada Aquilino - Città del Vaticano
Le “intense” giornate vissute a Torino “con la venuta delle spoglie di Santa Bernadette” hanno “offerto a tanti ammalati e poveri e a tutti noi una iniezione di speranza”. Così stamani l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nella Santa Messa conclusiva della venerazione delle reliquie di Santa Bernadette, che hanno fatto sosta nel capoluogo piemontese. Giunte il 24 luglio da Savona, sono state esposte fino ad oggi alla venerazione dei fedeli presso la parrocchia della Gran Madre di Dio, per poi essere trasferite ad Asti. Le reliquie della pastorella francese, a cui apparve a Lourdes per la prima volta la Madonna nel febbraio 1858, stanno compiendo un pellegrinaggio attraverso 34 diocesi italiane, che si concluderà il 22 agosto in quella di Albano.
Esaltazione della gloria di Dio
Al centro delle giornate torinesi, che hanno visto celebrazioni e processioni ‘aux flambaeaux’ come a Lourdes, “non c’era tanto e solo la figura della Santa, ma - ha spiegato mons. Nosiglia - l’esaltazione della gloria di Dio, la grazia trasformante del Cristo Signore e l’azione potente dello Spirito Santo, di cui i Santi sono testimoni eloquenti con la loro vita”: la loro, ha aggiunto, “non è un’esistenza da super eroi, dotati di beni soprannaturali, o da persone a noi irraggiungibili, ma una via quotidiana e ordinaria che tutti gli uomini e le donne possono percorrere, se, come Bernadette, sanno cogliere ogni giorno le opportunità concrete che Dio pone dinnanzi a loro e li sprona a cogliere”. Richiamando le parole di Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate - la santità è quella “della porta accanto”, del proprio quotidiano - l’arcivescovo ha esortato i fedeli a soffermarsi con “una persona che dorme e vive per strada”, a parlare “con lui o lei”, stabilendo “un’amicizia”, facendosi carico dei suoi bisogni, tornando “a incontrarlo o incontrarla altre volte”: così - ha spiegato - s’imboccherà “la via della santità”. Come anche quando si accoglie nelle nostre vite “una persona malata”, sia fra i parenti sia tra gli sconosciuti, bisognosa “di solidarietà e di gesti concreti di vicinato”.
Guarigione dal male
“La nostra preghiera a Santa Bernadette dunque è sì rivolta a chiederle di intercedere per noi e per i nostri cari, ma - ha proseguito l’arcivescovo di Torino - anche per tutti gli scartati, imitando quanto lei ha fatto per seguire l’esempio di Gesù e di sua Madre, a favore non tanto e solo di se stessa, ma degli altri: in questo caso dei malati e sofferenti, che grazie a lei trovano a Lourdes il luogo benedetto da Maria Immacolata, la guarigione dal male, quello spirituale, anzitutto, e non poche volte anche da quello fisico”.
La realtà locale
Lo sguardo di mons. Nosiglia è andato ai tanti malati o loro parenti “che sono venuti a pregare, come si fa a Lourdes”. Tale circostanza, ha evidenziato, richiama a “una delle situazioni più sentite dalle persone, quella della salute e dunque della sanità”, citando le eccellenze del territorio, “sia da parte del personale sanitario che delle strutture”, e insieme “le criticità, di cui dobbiamo prendere atto e operare perché siano superate”.
Le reliquie in Italia
Il pellegrinaggio delle reliquie di Santa Bernadette in Italia è “un momento di grazia” per le 34 diocesi interessate, spiega padre Nicola Ventriglia, cappellano del Santuario di Lourdes e coordinatore dei pellegrini italiani, intervistato da Delphine Allaire della redazione francese di Vatican News (Ascolta l'intervista). “L’idea di mandare le reliquie di Bernardette in pellegrinaggio in Italia e in altri Paesi - prosegue padre Ventriglia - è nata non per aumentare o accrescere la devozione per Santa Bernadette, ma perché Bernadette ha ricevuto un incarico dalla Vergine Immacolata: ‘Andate a dire ai preti di venire qui in processione’. In questa richiesta c’è un appello da parte della Madonna che vuole dire che bisogna venire a Lourdes. Perché Lourdes - aggiunge - è il luogo della grazia dove Maria vuole comunicare qualcosa a chi viene, come ha fatto con Bernardette, la quale dirà alla fine delle apparizioni: 'Queste mi hanno cambiato la vita’”. Il cappellano del Santuario mariano evidenzia come la Vergine abbia “una parola da dire a ciascuno, a cominciare dei vescovi, dai sacerdoti, fino a tutti i pellegrini - uomini, donne, bambini, giovani - perché dice quella parola che può essere la chiave per vivere al meglio la propria vita”.
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