Usa: resta la segretezza della confessione. Soddisfazione della Chiesa
Isabella Piro - Città del Vaticano
Ci sono volute 140 mila lettere, 17 mila e-mail e centinaia di telefonate per convincere il Comitato per la sicurezza pubblica dell’Assemblea statale della California, negli Stati Uniti, a ritirare la proposta di legge, presentata dal senatore Jerry Hill, in cui si chiedeva di abolire la segretezza della confessione, soprattutto per i casi di abuso. La norma, denominata SB 360, era stata approvata dal Senato della California e intendeva modificare la definizione di comunicazione penitenziale, in modo da permettere che la segnalazione di un abuso durante la confessione venisse automaticamente denunciata alle autorità giudiziarie, soprattutto se la dichiarazione veniva da un altro sacerdote o da persone impiegate e impegnate nella Chiesa.
Una minaccia per la coscienza di ogni americano
“La SB 360 era una minaccia per la coscienza di ogni americano – ha dichiarato l’arcivescovo di Los Angeles, Peter Gomez, che ha guidato la mobilitazione - se qualsiasi legislatore può costringere i credenti a rivelare i loro pensieri e sentimenti più intimi condivisi con Dio nella confessione, allora veramente non c’è area della vita umana che sia libera o al riparo dall’intrusione del governo”. Alla proposta - come riporta l'agenzia Sir - si erano opposti anche i leader religiosi musulmani, ortodossi, luterani, anglicani, battisti, i rappresentanti dei riti cattolici orientali e delle chiese storiche afro-americane che hanno redatto un documento comune in cui tra l’altro si diceva: “Siamo tutti uniti con i cattolici americani nel condannare l’attacco alla libertà religiosa che rappresenta l’attuale versione della proposta di legge SB 360”. A tutti loro, mons. Gomez ha espresso la sua “personale gratitudine".
Libertà religiosa è fondamento della democrazia
“La libertà religiosa è uno dei fondamenti della democrazia americana – ha ribadito il presule - non può essere accettabile in nessun caso che il governo interferisca nel modo in cui le persone pregano o vivono il loro credo nella società. E una minaccia alla libertà di una fede sarà sempre una minaccia per la libertà di tutti”. Di qui, l’esortazione dell’arcivescovo di Los Angeles a tutti i credenti, affinché si continui a “lavorare insieme per difendere le nostre libertà e promuovere i nostri valori, cercando di costruire una società giusta, al servizio della dignità della persona umana”.
La confessione è sacra
Proprio il risveglio della partecipazione civile, i numerosi incontri che i cattolici hanno chiesto ai rappresentanti politici per spiegare la loro posizione hanno indotto il Comitato a sospendere l’audizione pubblica che precedeva la definitiva approvazione. “Ringraziamo Dio per aver contribuito a mantenere sacra la confessione”, ha dichiarato l’arcivescovo di Los Angeles, richiamando allo stesso impegno radicale per eliminare “il flagello dell’abuso, che purtroppo si trova ovunque nella nostra società”. Mons. Gomez ha, infine, ricordato le procedure e i programmi messi in atto in tutto lo Stato e le diocesi californiane per garantire la sicurezza dei minori, ovvero protocolli rigorosissimi, tra cui l’archiviazione delle impronte digitali, per tutto il personale ecclesiastico e laico impegnato nelle opere della Chiesa che, ha concluso, “rimane vigile e totalmente impegnata nella tutela dei minori e nell’aiutare le vittime” di abusi.
La Nota della Penitenzieria Apostolica
Da ricordare che il primo luglio la Penitenzieria Apostolica della Santa Sede ha diffuso una Nota sull’importanza del foro interno e l’inviolabilità del sigillo sacramentale, approvata da Papa Francesco. Nella presentazione del documento, il cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore, ha spiegato come, nel contesto attuale, talvolta si vorrebbe che l’ordinamento giuridico della Chiesa venisse “conformato a quello degli Stati in cui essa vive in nome di una pretesa correttezza e trasparenza”. Al contrario, ha evidenziato il porporato, va ricordata “l’assoluta inviolabilità del sigillo sacramentale”, fondata sul “diritto divino” senza eccezioni, perché ogni “azione politica o iniziativa legislativa” tesa a “forzare” l’inviolabilità del sigillo sacramentale costituirebbe una “inaccettabile offesa verso la libertas Ecclesiae”, che non riceve la propria legittimazione dai singoli Stati, ma appunto da Dio.
Difesa del sigillo sacramentale non è connivenza con il male
Il cardinale Piacenza ha precisato, inoltre, che il testo della Nota “non può e non vuole essere in alcun modo una giustificazione o una forma di tolleranza degli esecrabili casi di abusi perpetrati da membri del clero” e ha sottolineato: “Nessun compromesso è accettabile nel promuovere la tutela dei minori e delle persone vulnerabili e nel prevenire e contrastare ogni forma di abuso”, perché “la difesa del sigillo sacramentale e la santità della confessione non potranno mai costituire una qualche forma di connivenza con il male”.
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