Mons. Azuaje: gratitudine al Papa per la sua attenzione al Venezuela
Debora Donnini - Città del Vaticano
Mancanza di cibo e di medicinali, carenze nei servizi idrici, di corrente elettrica e di trasporto. Questa la grave situazione del Venezuela dove sono ormai quasi 6 milioni le persone che vivono in condizioni drammatiche e più di 4 milioni quelle che hanno lasciato il Paese. A parlarne è il presidente della Conferenza episcopale venezuelana, mons. José Luis Azuaje Ayala, in una lunga intervista rilasciata in spagnolo a Vatican News e realizzata da Griselda Mutual, all’indomani dell’appello di Papa Francesco all’Angelus. Ieri il Papa è tornato ad esprimere la sua vicinanza all’amato popolo venezuelano, particolarmente provato per il perdurare della crisi. Il suo auspicio è che quanto prima si arrivi ad un accordo per il bene del Paese. La scorsa settimana, nell’Esortazione pastorale al termine della loro Assemblea plenaria, anche i vescovi venezuelani hanno chiesto un deciso cambio di rotta e cioè "l’uscita di coloro che esercitano illegittimamente il potere e l'elezione nel più breve tempo possibile di un nuovo Presidente della Repubblica”. Una crisi politica, quella del Venezuela, che vede su due parti contrapposte il Presidente Nicolas Maduro e il leader delle opposizioni, il presidente dell’Assemblea nazionale, Juan Guaido.
Serve un cambiamento politico
Serve un cambiamento politico, altrimenti non ci saranno cambiamenti economici o sociali, e la strada è quella di andare alle elezioni come indica la Costituzione, con un processo elettorale con garanzie, in modo da far votare anche coloro che sono all’estero, e con la supervisione delle organizzazioni internazionali. E’ la posizione ribadita nell’intervista da mons. Azuaje. “L’inefficienza del regime che governa ha fatto sì che la popolazione non disponga di servizi di base”, dice. Più volte si richiama come esempio alla regione di Maracaibo, la sua zona, dove ogni 5-6 ore le luci si spengono e dove, pur producendosi petrolio, per avere 50 litri di benzina bisogna perdere un giorno. “Consideriamo che il governo ha assunto illegittimamente il potere”, afferma ancora rimarcando come questo abbia conseguenze legali. C’è poi il dramma di chi fugge dal Paese, ormai fra il 12 e il 14% della popolazione, con tutti i problemi correlati, come la tratta delle persone e la schiavitù. “Ci sono madri - racconta - che non sanno dove sono i loro figli e sanno che sono tenuti schiavi”.
Il governo non ha contatto con la gente
Il presule ricorda anche l’incontro con l’Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu, Michelle Bachelet che, in un Rapporto presentato il mese scorso, ha denunciato le violazioni di diritti umani in Venezuela. Contro questo Rapporto ieri sono scesi in piazza i sostenitori del presidente Maduro, secondo il quale il panorama presentato dall’Alto Commissario sarebbe distorto. Per mons. Azuaje, invece, il governo non ha contatti con la gente, non sanno del popolo, quello che sanno viene dai programmi televisivi. E' rimasto solo nell'ideologia. E sono proprio le gravi violazioni dei diritti economici e sociali dietro al fatto che tanti venezuelani abbiano lasciato il Paese. “L’ultima cosa che abbiamo avuto – prosegue – è la morte di soldati, incluso giovani studenti, come quello che è successo con il giovane a Táchira” che ha perso la vista dopo essere stato ferito dalla polizia di stato.
Gratitudine al Papa per la sua vicinanza
Sul fronte degli aiuti, sottolinea la necessità che siano molti di più. Infine, mons. Azuaje manifesta gratitudine per l’attenzione del Papa e della Segreteria di Stato per la situazione in Venezuela. “Per questo - dice - noi vescovi, così come i venezuelani, ringraziamo il Santo Padre per tutto quello che sta facendo per il nostro Paese, cosa che vi assicuro che in futuro, nella storia, quando si investighi su tutte le cose che il Santo Padre sta facendo non solo per il Venezuela, ma per tante regioni, verrà alla luce”.
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