Vescovi Colombia: l'economia sia al servizio di tutti
I diritti umani “non sono semplici concessioni sociali, ma elementi fondanti della dignità umana, e il potere politico e la società sono chiamati a proteggerli”. L’operare nell’economia deve passare per la responsabilità nel consumo, nella cura della Casa comune e nella protezione dei più vulnerabili”. Lo ha detto ieri, aprendo a Bogotá l’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale peruviana (Cec), il presidente, mons. Oscar Urbina Ortega, arcivescovo di Villavicencio. Il presidente della Cec, nella sua relazione introduttiva, ha presentato il tema dell’Assemblea, “L’economia a servizio della dignità e del bene comune”. "La dignità della persona, creata a immagine di Dio, è un mistero. Ma è anche una conquista - ha affermato il presule - che è alla base della costruzione di ogni società che pone le persone al centro delle trasformazioni sociali". Quindi ha affermato che le questioni sociali ed economiche dovrebbero essere indirizzate, nella riflessione e nell'annuncio della Chiesa, a risvegliare le coscienze dei loro responsabili, a recuperare il senso dell'umanità e della giusitizia.
Appello per un'equa riforma agraria
Non sono mancati riferimenti alla realtà dell’economia colombiana e in particolare mons. Urbina ha rivolto un appello per un’equa riforma agraria, da decenni inattuata nel Paese, dove la concentrazione delle terre nelle mani di pochi è una delle più alte al mondo. I provvedimenti che accompagnano la riforma agraria, ha evidenziato, “non possono limitarsi a una ripartizione delle terre, ma deve contribuire allo sviluppo integrale dei popoli”.“I diritti umani non sono semplici concessioni sociali – ha detto il Presidente -, ma elementi basiliari della dignità umana, e il potere politico e la società sono chiamati a proteggerli". Riferendosi poi al tema del bene comune, ha rilevato la necessità di un'etica responsabile per la gestione dell'economia, "che deve passare attraverso la responsabilità nel consumo, nella cura della casa comune e nella protezione dei più vulnerabili".
L’opzione preferenziale per i poveri
Il presule ha fatto cenno al “cambio d’epoca” e ha fatto proprie alcune “piste che Papa Francesco suggerisce per riscoprire il cammino del rispetto e dell’uguaglianza di ogni persona”. Tra queste l’opzione preferenziale per i poveri, le periferie, la diseguaglianza, la corruzione (definita “un cancro”), il triplice richiamo alla terra, alla casa e al lavoro, l’attenzione ai migranti e alle nuove generazioni. "Lo sviluppo umano e il benessere sociale – ha ribadito mons. Urbina Ortega - hanno bisogno dell'amore nella verità, in una società che attraversa periodi difficili: la crisi finanziaria, le sue conseguenze sociali, psicologiche, politiche e antropologiche; la globalizzazione con la riduzione del livello di protezione sociale, l'eclettismo culturale, l'ambiguità della scienza con conseguenze discutibili nel dominio della vita e la mancanza di riflessione sul fine dell'economia". Il presidente della Cec ha ricordato che, di fronte a questa complessa realtà, i vescovi durante l'Assemblea dovranno ascoltare, discernere e delineare linee d'azione per la missione evangelizzatrice della Chiesa che accompagna la vita delle comunità. Intenzione dei vescovi, ha concluso il presidente della Cec, anche grazie ai lavori dell’Assemblea e pur avvertendo che “non esistono formule magiche e la storia si costruisce passo passo”, è quella di “aiutare a mettere l’economia a servizio di tutto il nostro popolo e non di pochi, di lottare contro l’esclusione, la corruzione, la diseguaglianza”.
Il tema della riconciliazione trova origine nel Vangelo stesso
Nel prosieguo della giornata di ieri i vescovi hanno dibattuto su vari aspetti della situazione nazionale, dall’implementazione dell’accordo di pace con le Farc all’uccisione dei leader sociali, dall’aumento delle coltivazioni illecite di coca al rispetto per il creato. È stato ribadito che la “Chiesa deve assumere il tema della riconciliazione come qualcosa che trova origine nel Vangelo stesso”.
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