Medjugorje. Mons. Pezzuto: Maria ricorda che la fede è fiducia in Dio
Marco Guerra – Città del Vaticano
È entrato nel vivo il 30.mo “Festival dei giovani" di Medjugorje, in Bosnia ed Erzegovina, che si è aperto giovedì scorso con catechesi, testimonianze, processioni, adorazioni dedicate al passo evangelico “Seguimi”, tema scelto per questa edizione 2019.
Il primo "Seguimi" fu rivolto a Maria
Il secondo giorno dell’evento si è concluso con la Santa Messa presieduta dal nunzio apostolico in Bosnia ed Erzegovina, l'arcivescovo Luigi Pezzuto, in concelebrazione con 678 sacerdoti. Nella sua omelia, il presule si è soffermato sul brano evangelico al centro delle riflessioni dei giovani, mettendo in risalto la figura della Vergine Maria. “Noi - ha spiegato mons. Pezzuto - leggiamo oggi l’evento dell’Annunciazione nell’ottica del primo “Seguimi”, pronunciato nei confronti di Colei che, con il suo 'si', sarebbe diventata la Madre del Figlio di Dio. Possiamo allora dire che Maria - ha aggiunto mons. Pezzuto - ancor prima di essere madre, si è collocata come 'Discepola' del Verbo di Dio”.
Dio si china su ciascuno
Il vero senso di questo “Seguimi”, secondo il nunzio, è quando “Dio si sta chinando su di te, si sta innamorando di te”. “Vuol dire che tu gli hai rubato il cuore e Lui ti riempie di luce”. Dunque “su ciascuno Dio si china”; ciascuno ruba il cuore di Dio; ciascuno diviene un “amato-per-sempre” da Dio. Per questo motivo mons. Pezzuto ha indicato come santo “colui che accoglie un Dio che lo ha amato per primo. Santo - ha affermato - è colui che ama Dio perché scopre di essere stato amato originariamente da Lui”.
La santità
L'essenza della santità non è dunque fatta di “osservanze e precetti: Egli dice 'Seguimi' perché ti amo; e tu gli rispondi 'sì', ti seguo perché tu mi ami. Allora, gli impegni etico-morali diventano una conseguenza spontanea di tutto questo percorso”.
Dio parla il linguaggio della gioia
Se le cose stano così il “Seguimi” di Dio “non è un invito di cui avere paura”. “Non è la paura che deve prevalere - ha proseguito il presule - bensì il sentimento contrario alla paura, che è la gioia e l’esultanza”. Mons. Pezzuto ha poi sottolineato che “Dio seduce perché parla il linguaggio della gioia” e ha osservato che “spesso, specialmente tra i giovani, non ci si sente attratti dalla fede cristiana e cattolica perché non si ha un’idea corretta di Dio, che è il contenuto essenziale della fede”.
Tramite Maria la conoscenza di Dio
Il presule ha esortato ancora a guardare all’invito rivolto alla giovane Maria che dischiude ampi orizzonti circa la conoscenza vera del Dio dei cristiani: “Egli è un Dio che si avvicina all’essere umano e gli porta una carezza; è un Dio che viene e stringe in un abbraccio l’umanità intera ed ogni singola persona; è un Dio che viene e porta una promessa di felicità; è un Dio che può, anzi deve, autoproporsi, perché la sua vicinanza porta conforto alla vita”.
La Fede è fiducia in Dio
“A noi che ci rivestiamo spesso di gravità e pesantezza - ha sottolineato ancora mons. Pezzuto - Maria ricorda che la fede è fiducia in Dio. Pertanto, la persona di fede autentica sa che, in qualsiasi circostanza, lieta o triste della vita, può contare su Dio, può affidarsi a Lui. Se manca questa fiducia solida, esclusiva e concreta in Dio, non si può parlare di fede cristiana e cattolica”.
Imploriamo il medesimo stile di Maria
Rivolgendosi alle decine di migliaia di giovani giunti a Medjugorje perché animati da “una grande devozione mariana”, il nunzio apostolico ha infine detto che la vera devozione a Maria “non consiste nelle molte pratiche devozionali” ma “nel diventare persone che generano Cristo in sé stesse, per poi donarlo agli altri”. “In una parola - ha concluso - imploriamo da Dio Padre la medesima forma, il medesimo stile di Maria, in quanto credente appassionata e gioiosa, libera e forte”.
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