Portogallo: la Chiesa condanna il gender nelle scuole
Federico Piana- Città del Vaticano
La Chiesa portoghese dice no all’introduzione del gender nelle scuole. Pedro Vaz Patto, presidente della Commissione nazionale ‘giustizia e pace’ della Conferenza Episcopale del Portogallo, ammonisce che la decisione del governo di approvare un decreto di attuazione della legge sull’insegnamento dell’ideologia di genere lede la Costituzione: “Il provvedimento cerca di applicare un’ideologia nell’ambito della scuola e questo va contro il principio costituzionale il quale afferma che lo Stato non può imprimere un indirizzo ideologico all’educazione”. Contro la scelta del governo, la società civile si è mobilitata lanciando una petizione on-line: in pochi giorni sono state raccolte migliaia di firme.
I vescovi portoghesi condannano il gender
Anche i vescovi sono fortemente preoccupati. “Tanto è vero – conferma Vaz Patto – che hanno voluto riproporre una lettera pastorale sull’ideologia gender di qualche anno fa nella quale la Chiesa portoghese avvertiva del pericolo di imporre tale pensiero nell’ambito della scuola. I vescovi ribadiscono la visione cristiana della sessualità che si basa sull’armonia tra corpo e spirito nell’ambito della persona e nel rispetto del disegno meraviglioso della Creazione voluta da Dio”. I vescovi tornano anche a sottolineare con forza la necessità che i genitori non deleghino l’istruzione dei propri figli ma se ne assumano direttamente la responsabilità. Pedro Vaz Patto conferma, ricordando come sia la stessa Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo a riconoscere il primato educativo dei genitori. “E in Portogallo si sta tentando di introdurre questa ideologia proprio contro il parere dei genitori violando così la Dichiarazione Universale”, aggiunge.
L'ideologia gender non è la soluzione
La Chiesa portoghese non è insensibile al dolore di alcune persone che hanno difficoltà di identità sessuale ma, spiega Vaz Patto, la soluzione “non è l’ideologia gender. La risposta per queste persone non è favorire la transizione verso un genere auto-attribuito, non è assolutamente il modo migliore. Si usa il pretesto del rispetto di queste persone che soffrono per imporre un’ideologia nociva”.
Mobilitata tutta la società civile
Poi Vaz Patto precisa che in prima fila, a contestare la scelta del governo, sono scesi in campo larghi settori della società civile. “C’è un buon numero di deputati che, indipendentemente dalle posizioni della Chiesa, ha chiesto al Tribunale costituzionale di dichiarare l’incostituzionalità della nuova legge. Vedremo quale sarà la decisione. Rimane importante, però, sensibilizzare e formare le coscienze. E la Chiesa portoghese questo lo sta facendo con ogni mezzo”.
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