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Portogallo: no dei vescovi a insegnamento del gender nelle scuole

In Portogallo ha raccolto più di 32mila firme una petizione contro un decreto dei Ministeri dell’istruzione e per la cittadinanza e l’uguaglianza che introduce l’insegnamento della teoria di genere nelle scuole. Anche i vescovi esprimono le loro preoccupazioni e rilanciano on-line un loro documento pastorale sull’argomento pubblicato nel 2013

Lisa Zengarini – Città del Vaticano

I vescovi portoghesi si uniscono alle preoccupazioni di alcuni settori della società civile sull’introduzione nelle scuole dell’insegnamento dell’ideologia di genere. Un provvedimento in questo senso è stato approvato il 16 agosto dal Consiglio dei Ministri. Si tratta del decreto n. 7247/2019 dei Ministeri dell’Istruzione e per l’uguaglianza e la cittadinanza, che "stabilisce le misure amministrative” per l'attuazione delle disposizioni di una legge varata nel 2018. Contro la misura è stata lanciata una petizione che ha sinora raccolto più di 32 mila firme.

Uno strumento di “indottrinamento”

La Conferenza episcopale portoghese (Cep), da parte sua, ha rilanciato on-line un suo documento pastorale sull’argomento pubblicato nel 2013. Nel testo, intitolato “La visione cristiana della sessualità. A proposito dell’ideologia di genere”, la Chiesa di Lisbona mette in guardia sui tentativi di introdurre l’insegnamento della teoria di genere nelle scuole, definito uno strumento di “indottrinamento” e un tentativo di fare passare le tesi di questa ideologia “come un dato scientifico condiviso ed indiscutibile”. Un’ideologia che vuole determinare una “rivoluzione antropologica”, mettendo in secondo piano l’identità sessuale “come condizione naturale e biologica”. Infatti, “invece di sesso (fondamentale per identificare una persona), si parla di genere (costruzione culturale e psicologica di un'identità); invece di uguaglianza tra uomini e donne, si parla di uguaglianza di genere, mentre la famiglia è sostituita da le famiglie".

Rispettare il diritto dei genitori di scegliere l’educazione dei loro figli

Tuttavia, avverte il documento, questa “pretesa di rinunciare ai dati biologici per identificare le differenze tra uomini e donne è illusoria". I vescovi portoghesi ribadiscono quindi il diritto dei genitori ad avere voce in capitolo su questo punto: "Di fronte all'uso del sistema educativo per affermare e diffondere questa ideologia, è bene ricordare il primato dei diritti genitori sull'orientamento da dare all'educazione dei loro figli".
 

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28 agosto 2019, 07:11