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Natività Beata Vergine Maria - Pietro Cavallini, S. Maria in Trastevere Natività Beata Vergine Maria - Pietro Cavallini, S. Maria in Trastevere

La Natività della Beata Vergine Maria

Si celebra L'8 settembre la nascita di Maria, anch’essa, come quella di Cristo, annunciata dall’angelo mandato da Dio. Per la Chiesa è l’inizio della redenzione della natura umana, che finalmente il Signore ha voluto incontrare, mettendo in contatto le cose celesti con quelle terrene

Roberta Barbi - Città del Vaticano

La fonte primaria da cui si trae il racconto riguardante la Natività della Vergine Maria, è un testo apocrifo: il Protovangelo di Giacomo. Qui si racconta del ricco uomo giusto Gioacchino, che portava al Signore molte offerte, finché un giorno viene rimproverato: non avendo egli prole, infatti, non può offrire per primo. Gioacchino allora scopre che effettivamente, tra i discendenti delle 12 Tribù d’Israele, è l’unico a non avere figli, così si dispera e scappa nel deserto. Intanto, a casa, sua moglie Anna, già angosciata per la propria sterilità, inizia anche a temere di restare vedova. Ma ecco l’arcangelo Gabriele che viene a visitarla annunciandole l’imminente maternità. A quel punto arriva dal deserto anche Gioacchino con le sue greggi che ha ricevuto a sua volta l’annuncio dell’angelo e corre ad abbracciare la moglie. Entrambi rendono grazie al Signore e promettono di consacrargli il nascituro. Per Anna, poi, si compiono sei mesi di attesa e al settimo partorisce una bambina, cui dà il nome Maria.

Storia e origini della festa

Testimoniata in Oriente già nel IV secolo, la data dell’8 settembre risale probabilmente alla dedicazione di una chiesa dedicata a Maria a Gerusalemme, nel luogo dove sorgeva la casa di Gioacchino ed Anna, cioè dove Maria è venuta al mondo. La festa viene poi introdotta a Costantinopoli nel VI secolo durante il regno di Giustiniano I e nella locale Chiesa bizantina questa devozione dà probabilmente origine a un’altra festa, quella della Concezione. In Occidente viene introdotta solo il secolo successivo, il VII, grazie a Sergio I, Papa siciliano, ma di origine siriana e celebrata dal 688 con una solenne processione che partiva dalla chiesa di S. Adriano al Foro fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Nella tradizione bizantina, la Natività della Vergine è la prima festa dell’anno liturgico – che come l’anno civile ha inizio a settembre – che si conclude, poi con la Dormizione.   

Il significato della nascita di Maria

La Natività di Maria è strettamente legata alla sua divina maternità: la nascita di Maria consentirà quella di Cristo, grazie a lei il Verbo si può incarnare. Il significato della celebrazione della Natività della Vergine è quindi la prefigurazione della Natività del Verbo. Viene, dunque, l’ora della piena instaurazione del regno di Dio, è un momento di gioia: Maria permette la trasfigurazione dell’umanità e diventa il luogo della bellezza della Chiesa. Maria, meraviglia delle meraviglie, è necessario che nasca da una donna sterile e che sia primogenita, perché dovrà generare “il Primogenito di tutta la Creazione”. Anche per questo solo di Maria – oltre che di Gesù e di Giovanni Battista – oltre alla nascita al Cielo, cioè la morte terrena, viene ricordata anche la nascita umana. Ci sono ovviamente molti parallelismi tra le nascite di queste tre figure. Ad esempio, tutte quante vengono annunciate da emissari divini; Anna, inoltre, come Elisabetta, era considerata sterile e ha ricevuto la grazia della maternità solo in età avanzata; nella preghiera di ringraziamento di Anna al Signore, infine, si ritrova il ringraziamento di un’altra Anna, la madre del profeta Samuele. Entrambe consacrano a Dio i loro figli: Samuele diventerà sacerdote di Dio, Maria ne diverrà addirittura la Madre.

La rappresentazione iconografica della Natività della Vergine

Anche nella rappresentazione iconografica della Natività della Vergine ci sono elementi comuni alle Natività di Gesù e di Giovanni Battista. Troviamo Anna sul letto, che ha appena partorito e viene assistita dalle donne che le offrono un uovo, simbolo della vita nascente. La figura di Gioacchino compare solo nelle icone più tarde, ed è comunque una figura secondaria, che resta in disparte e guarda da una finestra, con gioia, la moglie e la neonata che viene lavata, esattamente come spesso si vedono lavati nel catino sia il piccolo Giovanni che Gesù Bambino. L’amore tra i due sposi Gioacchino e Anna, invece, è evidente nello sguardo tenero che si rivolgono nel momento del loro incontro dopo l’annuncio dell’angelo, anche questo molto rappresentato nell’arte sacra.    

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08 settembre 2019, 07:00