I Movimenti Popolari: una speranza che tutto può cambiare
Marina Tomarro - Città del Vaticano
“I Movimenti Popolari, sono in questo momento, una testimonianza concreta e tangibile, perché dimostrano che è possibile contrastare la cultura dello scarto che considera uomini donne bambini ed anziani come eccessivi e spesso dannosi per il processo produttivo, e generare nuove forme di lavoro centrati sulla solidarietà e sulla dimensione comunitaria, in una economia artigianale e popolare” Così Papa Francesco, esprime la sua vicinanza ai Movimenti Popolari nella presentazione del libro “L’irruzione dei movimenti popolari: Rerum Novarum del nostro tempo”, edito dalla Libreria Editrice vaticana.
Il volume curato dalla Pontificia Commissione per l’America Latina, è stato presentato ieri pomeriggio a Roma presso l'Auditorium della Curia Generalizia della Compagnia di Gesù, e raccoglie i testi di vari autori relativi agli incontri mondiali dei “Movimenti Popolari” che si sono svolti a Roma nel 2014, a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia nel 2015 e di nuovo a Roma nel 2016.
Coinvolgere i Movimenti popolari nella crescita dei Paesi
“Papa Francesco – ha spiegato alla presentazione il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della CAL - nel discorso fatto ai Movimenti Popolare, durante il primo incontro nell’ottobre del 2014 a Roma, ha sottolineato l’importanza della loro esistenza in una prospettiva di un mondo di pace e giustizia, che esige nuove forme di partecipazione che includono anche i Movimenti Popolari e di incoraggiamento verso le strutture governative locali, nazionali e internazionali nel coinvolgere anche i più poveri nella costruzione del bene comune dei loro Paesi"
Le tre T: tierra, techo ey trabajo
I movimenti popolari nascono proprio per restituire la dignità e la voce a tutte quelle persone a cui nessuno darebbe mai ascolto. Tra di loro vi sono contadini senza terra, piccoli proprietari terrieri, affittuari, lavoratori a giornata e stagionali, senzatetto, comunità rurali, persone che occupano case abbandonate, collaboratori domestici, rivenditori di beni usati, operai che recuperano aziende o fabbriche abbandonate o distrutte. Tutti con un unico obiettivo riassunto in tre t: tierra, techo ey trabajo, cioè terra, tetto e lavoro.
“Si tratta di milioni di persone – ha sottolineato Gianni La Bella docente all’università La Sapienza di Roma che insieme a Guzmán M. Carriquiry Lecour, ex segretario della vicepresidenza della Pontificia Commissione dell’America Latina, hanno curato la prefazione del testo – che vivono ogni giorno in uno stato di precarietà e povertà tale che non permette loro di immaginare nessun futuro. La vicinanza del Papa per loro è stata estremamente importante perché ha permesso di dare una nuova luce alle loro vicende e di accendere su di essi i riflettori e avere così la possibilità di essere ascoltati dalla comunità internazionale”
Una delle caratteristiche dei movimenti è infatti la loro forte volontà ad emergere non solo ricevendo aiuti caritatevoli, ma fino ad essere in grado di costruire da soli il proprio domani.
Nei poveri il volto del Cristo sofferente
“Il titolo di questo libro – ha affermato Guzmán M. Carriquiry Lecour - è fortemente reale. Intatti parlare di “Rerum Novarum” cioè “delle cose nuove”, affiancato ai movimenti, è molto corretto, perché questi sono nati proprio nell’ambito della società contemporanea, dove le disuguaglianze sociale e di distribuzione dei beni, hanno generato una moltitudine di esclusi, che per fortuna non intende rassegnarsi al proprio destino. I tre incontri voluti da Papa Francesco con i rappresentati di queste realtà sono l’esigenza di presentare le loro drammatiche realtà davanti a Dio”
Fondamentale è il cammino di accompagnamento e dialogo che tante Chiese locali hanno creato con questi movimenti, alcuni dei quali anche molto lontani dalla fede. “Si sono sentiti tutti accolti - ha continuato Carryquiri – il Papa con il suo abbraccio forte ha rappresentato una Chiesa povera che vede negli ultimi il volto del Cristo sofferente”
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