Papa al Convegno ecumenico di Bose: donare speranza all'umanità
Roberta Gisotti – Città del Vaticano
Esponenti di tutte le Chiese cristiane e studiosi di tutto il mondo, chiamati da oggi al 6 settembre ad “esplorare il senso della vocazione umana e della vocazione cristiana nella Chiesa, nel mondo, nel tempo presente”, sotto gli auspici della Comunità monastica di Bose - fondata da padre Enzo Bianchi - promotrice del Convegno ecumenico internazionale, in collaborazione con le Chiese ortodosse.
Francesco: siate convincenti testimoni del Vangelo
Agli organizzatori e partecipanti va la benedizione del Papa. Tramite un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, Francesco rivolge il suo incoraggiamento “ad approfondire i tesori spirituali che accomunano cattolici e ortodossi, per essere convincenti testimoni del Vangelo della vita e donare speranza all’umanità in ricerca di risposte autentiche”.
Kock: l’unità di Cristo in tutta l’umanità
Tanti altri i messaggi augurali giunti da leader religiosi. “Possa questo Convegno aiutarci a prendere maggior coscienza di questa opera comune, di questa nostra vocazione a promuovere l’unità dell’umanità”, ovvero “l’unità di Cristo in tutta l’umanità”. Così scrive il Cardinale Kurt Kock, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, ricordando - come indicato nel Concilio Vaticano II - che “tutti gli uomini sono chiamati a questa comune opera, ma a maggior ragione quelli che credono in Dio e, in primissimo luogo, tutti i cristiani, a causa del nome di Cristo, di cui sono insigniti”.
Bartolomeo: la forza della chiamata alla vita cristiana
Auspici di “fruttuose deliberazioni e intuizioni feconde” arrivano a tutti gli ospiti del Monastero di Bose dall’Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico, Bartolomeo. Il leader ortodosso invita tutti a “lavorare per l’unità dei cristiani ovunque, per essere continuamente nutriti dall’indivisa unità del Corpo di Cristo”. Plaude Bartolomeo lo scopo del Convegno di “riscoprire la profondità e la forza della chiamata alla vita cristiana nella Chiesa, nel mondo e nella storia, in ascolto della tradizione spirituale ortodossa”, esplorandone la teologia su temi quali la vocazione e la vita monastica, il matrimonio e la famiglia, lo speciale carisma e servizio della donna nella Chiesa, il significato della vita comune, la presenza e l’amore della bellezza e della speranza cristiana, specie di fronte alla malattia, alla sofferenza e alla morte.
Tveit: migrazioni, populismi, estremismi, crisi ambientale
“Un tempo proficuo di condivisione, discussione e riflessione della vocazione cristiana oggi”. Il Reverendo Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico della Chiese (Wcc-Cec), sollecita a prendere atto di “alcune sfide maggiori” dei nostri giorni, come le migrazioni, l’ascesa del populismo, l’estremismo religioso, la crisi ambientale”. “Vivendo e testimoniando l’amore trasformante di Cristo, i cristiani – indica il Reverendo Tveit - sono chiamati non solo a mettersi al servizio dei bisogni urgenti del mondo, ma anche a lavorare e pregare per la guarigione, la riconciliazione e la santificazione di ogni essere umano”.
Ilarion: divisioni tra cristiani, conflitti tra nazioni, ingiustizie sociali
Dal Patriarcato di Mosca, il messaggio dell’Arcivescovo Ilarion. “L’appello al rinnovamento della vita del mondo in Cristo Gesù non perde mai la sua attualità, ma in alcuni periodi storici diventa particolarmente necessario. A questi tempi – ammonisce il Metropolita di Volokolamsk - appartiene anche il nostro: tempo delle divisioni tra i cristiani, dei conflitti tra le nazioni, dell’acuta ingiustizia sociale e della crisi ecologica globale”. Da qui la “comune vocazione e la necessità di lavorare insieme per predicare il Vangelo di Cristo al mondo moderno”.
Daniel: l’amore generoso dei cristiani in tempi secolarizzazione
La chiamata alla vita - personale e comunitaria - in Cristo, evidenzia ancora l’Arcivescovo Daniel, Patriarca di Romania nel suo messaggio, “è importante in modo particolare nel contesto della secolarizzazione attuale”, dove “i pensieri, le parole e le azioni del cristiano esprimono l’amore umile e generoso di Cristo in famiglia, nella Chiesa e nella società”.
Youhanna X: la fede produce cambiamenti radicali
Parole di gratitudine arrivano ai promotori del Convegno di Bose anche del Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, Youhanna X, per “un servizio ecumenico, che contribuisce a uno studio approfondito del santo e imperituro deposito di fede”. “Quanto più la fede di un credente è forte e la sua imitazione dell’esempio dell’amore di Cristo è radicale, – sostiene il Patriarca Youhanna - tanto più la sua risposta alla chiamata di Dio sarà profonda a tal punto da produrre cambiamenti radicali nelle priorità di scelta, nei modi di vita e di interagire con il prossimo”.
Welby: crescere nella santità e servizio al mondo
Una benedizione speciale sull’incontro di Bose giunge infine dall’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. “Ancora vi sono divisioni tra noi. Siamo chiamati a vivere in Cristo ma esprimiamo questa vocazione in modalità differenti”. “Se siamo uniti nella nostra professione di fede nel Signore Gesù Cristo allora – sottolinea l’Arcivescovo anglicano - egli ci chiama a essere pellegrini insieme, per imparare l’uno dall’altro e per cercare insieme di crescere nella santità e nel servizio al mondo”.
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