Cerca

Sudafrica: una township di migranti a Johannesburg Sudafrica: una township di migranti a Johannesburg 

Sudafrica. Chiese del Kwazulu-Natal: no a xenofobia

Dopo la Conferenza episcopale del Sudafrica (Sacbc), anche le Chiese cristiane del Kwazulu-Natal si uniscono alla condanna della nuova ondata di violenze xenofobe scatenatesi contro le comunità straniere nel Paese

Lisa Zengarini – Città del Vaticano

Il KwaZulu-Natal Church Leaders Group, che riunisce i leader cristiani della provincia, esprime “orrore” per i nuovi attacchi avvenuti nei giorni scorsi contro cittadini stranieri in Sudafrica. All’origine dei disordini, scoppiati a Johannesburg e poi nella capitale Pretoria, il malcontento popolare per l’alto tasso di disoccupazione e la diffusa povertà che però ha preso di mira in particolare i negozi degli immigrati, in maggioranza nigeriani, mozambicani e zimbawuiani, accusati di togliere lavoro ai sudafricani. Un’accusa che si sente spesso negli ultimi anni nel Paese.

Le responsabilità di alcuni leader politici che fomentano l’odio

In una dichiarazione, i leader cristiani KwaZulu-Natal condannano “le violenze, l’odio e la discriminazione” inflitti a questi cittadini e puntano il dito anche contro quei leader politici sudafricani che, con i loro discorsi di odio “contro migranti, rifugiati, richiedenti asilo e altre persone vulnerabili”, fomentano questi attacchi.

La xenofobia è un’offesa a Dio

La violenza contro i più deboli - ammoniscono - non risolve il problema della povertà: “Soluzioni costruttive e sostenibili devono essere trovate attraverso il dialogo e la collaborazione tra le comunità”. I leader religiosi del Kwazulu Natal ricordano poi che l’odio contro gli stranieri è inaccettabile per tutte le religioni e, anzi, è “un’offesa contro Dio che ci ha fatti a Sua immagine”.

Il dovere dei leader religiosi di parlare chiaro contro la xenofobia

Di qui l’appello ai leader di tutte le religioni in Sudafrica a “parlare chiaro” contro atteggiamenti xenofobi e a promuovere invece “la pace l’amore e l’ubuntu” (il rispetto per il prossimo in lingua bantu). I leader cristiani esprimono infine la loro vicinanza alle comunità colpite ed invitano tutte le Chiese del Kwazulu-Natal alla solidarietà.
 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

10 settembre 2019, 17:57