Il “Villaggio della Gioia” compie dieci anni
Chiara Colotti – Città del Vaticano
Un piccolo quartiere dai palazzi colorati, con un giardino pieno di fiori in cui i bambini possono giocare serenamente dopo la scuola. Dall’esterno, sembra una zona residenziale come tutte le altre. Ma c’è qualcosa di diverso. Qui i minori a rischio di allontanamento dalle proprie famiglie vengono accolti insieme ai loro genitori per superare le fragilità che spesso la vita pone lungo il cammino.
Un pugno nello stomaco
Dalle lacrime di un bambino, affacciato alla finestra, è nata l’idea di creare il “Villaggio della Gioia”, una realtà unica nel panorama italiano in tema di accoglienza e di affido familiare. “Circa quindici anni fa - racconta Daniele Severi, responsabile del progetto - abbiamo accolto un bambino con una situazione di violenza alle spalle.
Subito dopo aver salutato i genitori, ha iniziato a piangere e mi ha chiesto perché si trovasse lì. Quello che voleva sapere era il motivo per il quale avesse dovuto lasciare i suoi genitori, la sua casa, i suoi amici e la sua scuola”. Quelle parole sono state come un pugno nello stomaco per Daniele e per sua moglie; hanno realizzato che il primo bisogno di ogni bambino è quello di stare con mamma e papà.
Il progetto
Il Villaggio, fortemente voluto da don Oreste Benzi fondatore della comunità Papa Giovanni XXIII, nasce dai cinquanta anni di esperienza nell’accoglienza di minori e adulti nelle Case Famiglia . Qui, tre case famiglia, in cui mamme e papà vivono con figli naturali e accolti, supportano altri nuclei familiari sostenendoli nell’affrontare difficoltà personali, economiche e relazionali. “Abbiamo capito - spiega il responsabile - che molte famiglie, per poter fare un cambiamento, hanno bisogno prima di tutto di avere degli esempi da seguire. È una sorta di modello educativo per osmosi, in cui il vivere insieme permette ai genitori di imparare da altri genitori e ai bambini di crescere a contatto con altri bimbi”.
Il sogno di don Oreste Benzi
“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”. È questo il proverbio africano che meglio esprime l’idea alla base del progetto di don Oreste; progetto che purtroppo non è riuscito a vedere ultimato, con l’inaugurazione del 26 settembre del 2009. “Don Oreste - ricorda Severi - ci diceva sempre di andare avanti e non abbatterci mai, perché le cose belle prima si fanno e poi si pensano”.
La festa
Tante le iniziative e gli appuntamenti in programma sabato 28 e domenica 29, per festeggiare i primi 10 anni del “Villaggio della Gioia”. Questa sera alle ore 20.30, verrà proiettato il film “Solo cose Belle”, prodotto dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per riflettere sull’attenzione per gli altri e il rispetto delle diversità. Domenica 29, invece, verrà inaugurata la via dedicata a don Oreste, in presenza del vescovo della diocesi di Forlì-Bertinoro, monsignor Livio Corazza, e del sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini. “Questa festa - conclude Severi - vuole essere un grazie a don Oreste, perché sono sempre state delle intuizioni meravigliose le sue”.
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