"Svegliati Europa": l'esortazione dei vescovi europei a riscoprire le radici comuni
Marco Guerra – Città del Vaticano
“Svegliati Europa!” è l’esortazione contenuta nel Messaggio finale dell'Assemblea della CCEE che si è conclusa sabato a Santiago de Compostela, in Spagna. I vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa si rivolgono ai cittadini europei con una dichiarazione di fiducia verso il futuro, che invita a riscoprire le radici comuni. “Nelle diverse storie e tradizioni, nelle sfide vecchie e nuove - si legge nel testo - ci sono elementi di speranza: tra questi, i santi e i martiri dei nostri Paesi, fiaccole ardenti che incoraggiano il presente e annunciano il futuro. Essi brillano come stelle nel cielo”.
Contemplare l’esempio dei Santi Patroni
I presuli attingono quindi alla tradizione cristiana per indicare la via del risveglio spirituale: “Contempla i numerosi esempi di questa speranza soddisfatta, a cominciare dai nostri santi Patroni: Benedetto da Norcia, Cirillo e Metodio, Brigida di Svezia, Caterina da Siena, Teresa Benedetta della Croce, segno di un’Europa unita nella diversità. Riscopri la testimonianza di grandi figure europee più vicine a noi, come madre Giuseppina Vannini, Margarita Bays, il cardinale John Henry Newman che domenica 13 ottobre saranno proclamati Santi dalla Chiesa e gli innumerevoli esempi di santità presenti lungo le strade del nostro tempo e che, spesso, incontriamo nel nostro quotidiano”.
Le contraddizioni dell’Europa
In questo contesto l’Assemblea della CCEE ha preso anche consapevolezza della situazione in cui vivono i “nostri Paesi” e delle diverse “contraddizioni esistenti”: il desiderio di Dio e allo stesso tempo la fragilità della vita cristiana; il desiderio della vita fondata sul Vangelo e allo stesso tempo la debolezza ecclesiale e umana; il desiderio di armonia nella società e con il creato, ma anche la perdita di ogni senso di verità oggettiva; il desiderio di una felicità duratura, ma anche la perdita di un senso condiviso del destino a cui l’umanità è chiamata; il desiderio di pace interiore e coerenza espressi in una ricerca spirituale, ma anche la negazione di quella ricerca in molti discorsi pubblici.
Famiglia unico generatore di futuro
Dalla tomba dell’Apostolo Giacomo, meta di numerosi pellegrini, i presuli europei rimarcano però i segnali di speranza che ancora arrivano dal Vecchio Continente: “Rallegrati, Europa, della bontà del tuo popolo, dei tanti santi nascosti che ogni giorno contribuiscono, in silenzio, alla costruzione di una società civile più giusta e più a misura d’uomo”.
“Guarda alle tante famiglie - prosegue il messaggio - le sole capaci di generare futuro. Riconosci con gratitudine la loro fede in Dio e il loro esempio. Lascia che modellino questo nostro amato continente e, come ci ricorda Papa Francesco, si adoperino per un nuovo umanesimo europeo, capace di dialogare, di integrare e di generare, valorizzando nel contempo ciò che è più caro alla tradizione del continente: la difesa della vita e della dignità umana, la promozione della famiglia e il rispetto per i diritti fondamentali della persona”.
Cristo è la risposta a tutte le domande
Il Messaggio si conclude con una rinnovata proclamazione di fede in Cristo che è “la vera risposta a tutte le domande di senso” e “Salvatore dell’uomo e del mondo”. I vescovi ribadiscono che dolo in Lui “trovano risposta le nostre domande, poiché solo Lui è la rivelazione piena del mistero di Dio e la risposta dell’umanità a questo mistero di Amore e di Misericordia”. “Egli rende chi lo accoglie disponibile ad ascoltare, ad amare e a farsi prossimo - scrivono infine i presuli - mettendosi, nel nome di Cristo, a servizio dell’uomo, specialmente di chi è nel bisogno, con quella carità che ci sprona a riconoscerci figli di un unico Padre”.
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