Nel segno dell’unità, nasce a Mosca un Centro cattolico per i giovani
Giada Aquilino - Città del Vaticano
L’appuntamento è per sabato 19 ottobre, giorno dell’inaugurazione, ma quella data è soltanto il primo passo del nuovo Centro diocesano per i giovani, che avvierà le proprie attività a Mosca. A Vatican News ne parla la coordinatrice, Oksana Pimenova, che esattamente un anno fa era in Vaticano per partecipare al Sinodo dedicato a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. “La società, qui in Russia, sta cambiando e le giovani generazioni sono diverse, più attive, vogliono essere maggiormente coinvolte nella vita sociale, nella vita religiosa: per questo credo che l’idea del Centro giovanile - spiega - sia di rappresentare una sorta di canale nel quale far confluire il loro impegno affinché si avverino le aspettative che hanno”.
Una sede ancora provvisoria
Si tratta di un “progetto della diocesi”, prosegue la ventinovenne Oksana: l’arcivescovo della Madre di Dio, monsignor Paolo Pezzi, ne ha “annunciato ufficialmente la nascita”, aggiunge la coordinatrice, precisando che in questo momento non è ancora stata individuata una sede. In fase iniziale i giovani, assieme ai coordinatori e ai volontari si incontreranno “in diversi luoghi, anche in edifici ecclesiastici nel centro della città”, ma “speriamo che con il tempo si possa trovare un posto nel quale poter poi sviluppare le nostre attività”.
Un processo post-sinodale
Dopo l’appuntamento con i giovani in Vaticano del 2018, il progetto intende “continuare il processo sinodale a Mosca e per condividere l’esperienza e lavorare insieme abbiamo deciso di aprire il Centro proprio con i giovani, per parlare delle questioni che li preoccupano e per cercare di trovare soluzioni: tutte le idee che stiamo cercando di mettere in pratica si fondano sui concetti del Sinodo, per rendere i giovani i protagonisti del ministero, per dare loro più spazio nella Chiesa, per porre maggiore attenzione all’organizzazione” dei programmi a loro dedicati, nell’ottica di un rinnovamento della cura pastorale.
Senso comunitario da costruire
Già nell’incontro di apertura, la prossima settimana, verrà chiesto “un riscontro ai giovani sui progetti che vorrebbero realizzare, quali problemi vorrebbero affrontare”, anticipa Oksana Pimenova: “considerando questi suggerimenti, sceglieremo gli argomenti più spesso menzionati” da approfondire nel tempo. Da un punto di vista pastorale e sociale, uno dei problemi più urgenti da affrontare tra i giovani - osserva la coordinatrice - “è che in realtà non siamo molto uniti: i cattolici in Russia non sono molti, l’1 per cento circa della popolazione, e i giovani ancora meno, anche se non conosciamo i numeri reali: forse sono due o tre in una parrocchia, quindi è tutto abbastanza difficile. Inoltre non ci conosciamo tra di noi e quindi non c’è un grande senso comunitario. Come primo passo dunque dobbiamo imparare a conoscerci e poi impegneremo i nostri sforzi nel ministero giovanile”.
Dimensione ecumenica e interreligiosa
Le porte del Centro, assicura, saranno sempre “aperte” ai ragazzi ortodossi - in un Paese in cui, su oltre 140 milioni di abitanti, 100 milioni si professano ortodossi, anche se non tutti praticanti - ma in generale anche ai non cristiani, senza distinzione. E particolare attenzione sarà riservata “ai social media e in generale al mondo di internet, quindi Facebook, Instagram e altri canali social molto diffusi e usati dai giovani, in modo da rimanere in stretto contatto tra loro”, in un territorio vastissimo.
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