Fondazione Don Gnocchi: “La missione è il fondamento della nostra attività”
Chiara Colotti – Città del Vaticano
Una realtà che assiste persone che si trovano in una condizione di difficoltà e sofferenza: adulti e bambini con disabilità, anziani, pazienti con gravi cerebro lesioni e malati terminali. “Il nostro tempo frenetico e digitalizzato - spiega don Vincenzo Barbante, presidente della Fondazione Don Gnocchi - rischia di non accorgersi di chi è rimasto indietro perché non può tenere il passo. Il progresso tecnico, che è buona cosa, proprio ora esige un parallelo progresso di umanità e solidarietà. Alla Fondazione Don Gnocchi viene chiesto di mostrare che questo è possibile”.
Don Carlo Gnocchi
Nato in un paesino in provincia di Milano nel 1902, don Carlo Gnocchi celebra la sua prima messa il 6 giugno del 1925 a Montesiro, nel cuore della Brianza. “Ha dedicato il suo servizio ai giovani, - precisa il presidente - e proprio questo suo grande impegno lo ha portato a scegliere di non lasciarli da soli davanti allo spettro della Seconda Guerra Mondiale”. Don Gnocchi ha infatti accompagnato i ragazzi in quella esperienza così drammatica, arruolandosi come cappellano volontario degli Alpini. Dopo essere stato miracolosamente salvato sul fronte russo, matura in lui l’idea di dare vita a una grande opera di carità che si realizzerà attraverso la Fondazione Pro Juventute, oggi Fondazione Don Gnocchi. Conosciuto da tutti come “padre dei mutilatini”, per l’aiuto ai bambini orfani e mutilati, muore a Milano nel 1956 lasciando una grandissima eredità di carità da proteggere e portare avanti. Ai suoi chiede una sola cosa: prendersi cura del lavoro della Fondazione.
La Fondazione Don Gnocchi
Con 3.700 posti letto, 6.000 operatori e oltre 50 strutture, la Fondazione Don Gnocchi è da 70 anni accanto ai più fragili. Specializzata nel trattamento di patologie neurodegenerative, neurologiche e cardio-respiratorie, la Onlus offre ai pazienti e ai loro famigliari trattamenti all’avanguardia. “Ci impegniamo - prosegue don Barbante - non solo a fornire assistenza medico-clinica, ma soprattutto trattamenti terapeutici individualizzati nella consapevolezza che ogni persona è unica e ha bisogno di essere sostenuta nella sua esperienza di fragilità”. Un’attività, questa, che non si limita ai confini nazionali, ma che abbraccia diverse regioni del mondo con progetti di formazione del personale locale per rispondere alle esigenze di salute delle categorie più fragili.
L’eredità di don Gnocchi
Inestimabile è l’eredità lasciata da Don Gnocchi, un’eredità preziosa che ha al centro l’importanza della condivisione e della carità. “Condividere - commenta don Barbante - significa accompagnare e farsi prossimi di coloro che soffrono”. Sulle orme del suo fondatore, il servizio alle persone in difficoltà resta così lo spirito che anima la “baracca”. Perché “anche laddove la scienza clinica metta a disposizione strumenti di cura all’avanguardia, nulla può essere altrettanto valido quanto un coinvolgimento personale nell’accompagnare la persona che soffre”, commenta don Vincenzo. “C’è la consapevolezza - continua - di essere da un lato protagonisti di una dimensione particolare della Chiesa, quella della carità, e dall’altro di una testimonianza autentica di quel Vangelo del farsi prossimo di cui don Carlo si è reso interprete”. La Onlus, con i suoi centri e ambulatori, rinnova ogni giorno questo modo di essere Chiesa mantenendo intatta l’identità originaria disegnata da don Gnocchi, proclamato Beato nel 2009 in una piazza Duomo gremita di gente. La Fondazione Don Gnocchi accompagna la persona che soffre con “una presenza di tenerezza e di conforto, che realizza quel comandamento all’amore reciproco e fraterno che ci ha consegnato Gesù”, come evidenziato dallo stesso Papa Francesco che incontrerà domani 5mila operatori e pazienti della Fondazione.
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