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Targa commemorativa Papa in Romania Targa commemorativa Papa in Romania 

Francesco in Romania, un “viaggio” che continua a portare frutto

Alla Nunziatura di Bucarest, domenica scorsa, è stata inaugurata una targa commemorativa per ricordare il viaggio apostolico di Papa Francesco. In un’intervista a Radio Romania International, il nunzio apostolico spiega perché è importante proseguire la riflessione su questa visita

Debora Donnini – Città del Vaticano

Sono ancora vivi nel cuore e nella memoria dei romeni i gesti, le parole, gli abbraccio di Papa Francesco al loro Paese, visitato dal 31 maggio al 2 giugno di quest’anno. Per ricordare quei giorni, domenica scorsa, alla Nunziatura a Bucarest è stata inaugurata una targa commemorativa. “Ci sono parecchie cose che continuano questa visita e che continueranno: tavole rotonde, certe pubblicazioni sui discorsi e vari libri in cantiere”, ha detto l'arcivescovo Miguel Maury Buendìa in un’intervista rilasciata per l’occasione a Radio Romania International e realizzata da Iuliana Anghel. “Abbiamo deciso di mettere questa targa commemorativa per ricordare questa visita del Santo Padre in Nunziatura, perché questa è la sua casa in Romania e ha sostato qui: ha dormito le due notti che è passato. Questa targa commemorativa ricorda anche i lavori di rifacimento. In tre anni si è ristrutturato questo bellissimo palazzo storico che era stato rifatto quando era stato consegnato di nuovo dalle autorità alla Santa Sede, dopo il periodo comunista. Trenta anni fa erano stati fatti questi lavori e ora li abbiamo fatti di nuovo. All’esterno abbiamo messo un mosaico realizzato dallo studio del mosaico del Vaticano, simile a quello che c’è nell’altra parte della facciata che ricorda la visita di San Giovanni Paolo II, 20 anni fa”, spiega il nunzio sottolineando l’intenzione di ricordare così, in modo particolare, “i due Papi che si sono recati in Romania e che hanno sostato in questa casa”.

Le parole del nunzio a Radio Romania

Un messaggio di unità, di attaccamento alle radici e di fede

E come per ogni visita del Successore, che prima di tutto è una conferma nella fede, i frutti seminati crescono con il tempo. Rispondendo ad una domanda, l’arcivescovo Buendìa torna al denso contenuto della visita del Papa.Bisogna riflettere su questo messaggio che il Papa ha portato, questo messaggio di unità fra tutti i rumeni, questo messaggio di non rinunciare alle proprie radici, questo messaggio di fede. Quindi, continuerà la riflessione su questa visita”.

Le parole del nunzio a Radio Romania
La nonna che mostra il suo nipotino
La nonna che mostra il suo nipotino

Un richiamo all’unità che i fedeli ortodossi e cattolici levarono già alla fine della visita che vi fece San Giovanni Paolo II nel 1999 quando dalla piazza si alzò quel grido “unitate, unitate” a testimoniare quell’ecumenismo dal basso, così fecondo nella via dell’incontro reciproco. La visita di Francesco ha proseguito il percorso di quel richiamo. Papa Francesco “ci ha ricordato che la radice della nostra fede è sana e noi, come tralci di questa radice, dobbiamo crescere insieme”, disse nell’intervista a Vatican News un sacerdote ortodosso alla Preghiera del Padre Nostro nella nuova cattedrale di Bucarest con il Patriarca Daniel. Un richiamo all’unità in un Paese che davvero è un mosaico di etnie e tradizioni. Una Paese a maggioranza ortodossa dove ci sono circa 1 milione  e 400mila cattolici: quelli di rito latino - di lingua romena, ungherese, tedesca e altre – i greco-cattolici di rito bizantino, e una piccola comunità armena. Una visita che con la beatificazione dei 7 martiri greco-cattolici ha nuovamente messo in primo piano il messaggio profetico della vittoria del perdono sul rancore. Una visita ricca di vita, richiamata dal Papa non più tardi di ieri, alla Messa a Santa Marta, quando ha ricordato l’immagine della donna anziana che, nella cittadina di Iași, con gioia mostrava a Francesco il suo nipotino: le radici e il futuro inscindibilmente legati l’uno all’altro. Un richiamo alla memoria, alla storia, come anche questa targa vuole testimoniare. 

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01 ottobre 2019, 12:47