Università Gregoriana: l’arte come veicolo di dialogo interreligioso
Chiara Colotti – Città del Vaticano
Il Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici della Pontificia Università Gregoriana inaugura il calendario degli eventi di quest’anno accademico con l’appuntamento “La musica ebraica e cristiana”. Il primo della nuova Serie di Conferenze 2019-2020 che offre, quest'anno, una preziosa opportunità di dialogo interreligioso con uno sguardo rivolto all’arte in tutte le sue forme e manifestazioni. Musica, letteratura e arti visive ebraiche e cristiane sono infatti il fil rouge che attraversa gli incontri del nuovo ciclo di conferenze. Un programma ricco di spunti di riflessione, frutto della collaborazione tra il Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici, il Pontificio Consiglio della Cultura, il Center for the Study of Christianity dell’Università Ebraica di Gerusalemme e il Dipartimento di Cultura Ebraica della Comunità Ebraica di Roma.
La conferenza di apertura
“Quando parliamo di dottrina e di contenuto della fede arriviamo velocemente alla conclusione che alcune verità sono in contrasto tra loro”, commenta padre Etienne Vetö, direttore del Centro Cardinal Bea per gli Studi Giudaici. “Tuttavia, è la bellezza che permette di comprendere l’altro”, prosegue. L’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana farà da cornice all’incontro di oggi che vedrà la partecipazione di ospiti illustri, tra cui Hervé Roten, Direttore dell’Istituto Europeo di Musica Ebraica che esplorerà il tema “La musica ebraica: quando il singolare è plurale” e Philippe Charru, celebre musicologo e teologo, che interverrà su “Bach and Mozart: una teologia attraverso il suono?”.
La musica come veicolo di dialogo interreligioso
“La musica - prosegue padre Etienne - tocca luoghi nell’essere umano che sono in contatto diretto con la trascendenza e con Dio, facendosi medium della nostra conversazione”. In particolare, la bellezza insita nell’arte, nella musica, nella letteratura, è il veicolo che ci permette di entrare in contatto con religioni diverse, scoprendone l’immensa ricchezza. “Il dialogo può realizzarsi solo se prima si compie un passo fondamentale: apprezzare la bellezza dell’altro”, precisa padre Vetö. “Nel momento in cui un cristiano dice: ‘l’ebraismo è bello’ e un ebreo dice: ‘il cristianesimo è bello’, abbiamo già fatto cento se non mille passi avanti”.
La Serie di Conferenze 2019-2020
Tre appuntamenti, dedicati alla musica, alla letteratura e alle arti visive ebraiche e cristiane, in grado di far riscoprire attraverso molteplici espressioni artistiche la profondità e la ricchezza delle tradizioni religiose. Tre incontri a doppio filo legati dall’idea che “la bellezza dell’altro può essere percepita grazie alla bellezza della sua tradizione”, commenta padre Vetö. Un’occasione unica per intraprendere un vero e proprio percorso di arricchimento interiore, sperimentando come molti aspetti di fedi diverse non siano affatto in contrasto tra loro.
“È l’amore che permette di conoscere veramente. Apprezzare la bellezza dell’altro è un primo passo verso questo amore e quindi verso la vera conoscenza”, conclude padre Vetö.
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