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In Italia la Giornata per il sostentamento dei sacerdoti diocesani

“Nei gesti quotidiani dei nostri sacerdoti c’è l’amore di Dio” è il tema dell’odierna Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento dei sacerdoti diocesani che si celebra in Italia

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, in Italia si celebra la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento dei sacerdoti diocesani che, in Italia, sono circa 34mila. “Un modo – spiega Matteo Calabresi, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica – per aiutarli in maniera concreta apprezzandone la missione e l’operato”.

Un gesto per continuare la missione

“Ogni offerta, anche di minimo importo, sostiene un sacerdote e gli dà energia – aggiunge Calabresi - per continuare a svolgere la sua missione e aiutare i più poveri”. Le offerte sono lo strumento che permette a ogni fedele di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i preti diocesani, che assicurano una presenza costante in tutte le parrocchie per annunciare il Vangelo e supportare le comunità. Le donazioni sono deducibili dal reddito annuale. Inoltre si accede ad un contributo economico se, in parrocchia, si organizzano corsi formativi per i fedeli sul tema del sostegno economico e sulla trasparenza.

I dati dello scorso anno

Nel corso del 2018 sono state raccolte 98.927 offerte, per un totale di 8.801.301,17 euro; una cifra destinata a rendere possibile la remunerazione mensile dei 30.985 sacerdoti secolari e religiosi a servizio delle 224 diocesi italiane e dei 2956 preti che, per ragioni di età o di salute, sono in previdenza integrativa. Sono sostenuti così anche circa 400 sacerdoti impegnati nelle missioni nei paesi in via di sviluppo come fidei donum.

L’impegno della Conferenza episcopale italiana

Le offerte, destinate all’Istituto centrale per il sostentamento del clero, sono uno strumento perequativo e di solidarietà nazionale scaturito dalla revisione concordataria del 1984. Da circa 30 anni, infatti, i sacerdoti non ricevono più uno stipendio dallo Stato italiano ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento, anche attraverso queste offerte che attualmente riescono a coprire soltanto l’1,8 per cento. Il resto è assicurato dalla Conferenza episcopale italiana attraverso l’8 per mille ma anche da remunerazioni proprie dei sacerdoti derivanti da prestazioni per l’insegnamento nelle scuole e per il servizio pastorale negli ospedali poi dagli istituti diocesani per il sostentamento del clero attraverso le rendite dei propri patrimoni immobiliari e, infine, da parrocchie ed enti ecclesiastici.

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24 novembre 2019, 10:58