Libano: vescovi maroniti chiedono “un governo onesto”
Isabella Piro – Città del Vaticano
Le parole dei vescovi giungono dopo le ingenti manifestazioni di piazza. Numerosi i settori in sciopero, come banche, scuole ed ospedali. All’origine del dissenso, la grave crisi economica nazionale, con forti ricadute sui settori sociali. Il Libano, infatti, ha un debito pubblico molto elevato che supera gli 80 miliardi di dollari. Per cercare di risolvere la questione, il governo di unità nazionale aveva suggerito un piano di tassazione di alcuni beni, come ad esempio il carburante. Ma la proposta ha acceso le proteste popolari che hanno portato, il 29 ottobre, alle dimissioni del premier Saad Hariri. E solo ieri, il presidente Michel Aoun ha fissato le consultazioni parlamentari per la nomina di un nuovo primo ministro, prevista per lunedì 9 dicembre.
I timori dei vescovi per il “crollo dello Stato” e di una carestia
Di fronte a tale situazione, dunque, i vescovi maroniti fanno sentire la loro voce e, in una dichiarazione diffusa al termine della riunione mensile, esprimono “i timori di un crollo dello Stato e di una carestia che bussa alle porte, senza che si veda alcun segno di ascolto e di risposta alle richieste della popolazione”. Forte anche la denuncia di “politiche che affogano nei propri interessi particolari”.
La preoccupazione dei vescovi per i giovani
Di qui, l’appello a formare “con urgenza un governo onesto, capace di allontanare il Libano dai pericoli che lo minacciano, di porre fine alla corruzione, di promuovere un meccanismo per rendere indipendente la giustizia, garantire il sistema bancario per i cittadini e soddisfare le loro richieste di una vita dignitosa”. La preoccupazione dei vescovi maroniti va anche ai giovani, costretti ad emigrare in cerca di un futuro migliore, mentre “i leader politici continuano a procrastinare” le loro decisioni.
Il card. Raï plaude la decisione di Aoun di avviare consultazioni parlamentari
Successivamente, in serata, il Patriarca maronita Béchara Boutros Raï ha espresso soddisfazione per la decisione di Aoun di avviare le consultazioni parlamentari, auspicando una rapida formazione del nuovo governo. Il Patriarca ha, quindi, manifestato il suo cordoglio per i recenti casi di suicidio avvenuti nel Paese: negli ultimi due giorni, infatti, due persone si sono tolte la vita a causa di difficoltà finanziarie. “È molto doloroso per un uomo decidere di porre fine alla sua vita perché non può dare denaro e una vita dignitosa alla sua famiglia", ha detto il Patriarca Rai, invitando alla preghiera per i defunti e per la risoluzione della crisi nazionale, affinché il Libano esca dall’attuale situazione di “stagnazione”.
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