Appello del cardinale Bassetti alla politica italiana: investire sulla famiglia
Alessandro Guarasci - Città del Vaticano
Serve una svolta nelle politiche sulla famiglia. Lo chiede il presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), il cardinale Gualtiero Bassetti, nella sua introduzione al Consiglio episcopale permanente che si è aperto oggi a Roma. Il cardinale ricorda come il sostegno alla famiglia richieda “politiche affidabili e continuative, che finalmente introducano sgravi fiscali proporzionati al numero dei figli. Per il bene di tutti, chiediamo che le forze politiche, insieme alle parti sociali, sappiano davvero investire sulla famiglia, riportandola nello spazio pubblico, quale luogo decisivo da cui far ripartire il Paese”.
Bene un Fondo per la famiglia
L’Italia continua a vivere un momento di forte incertezza, e questo si riflette sulla vita di tutti i giorni degli italiani. “A livello sociale, pesa una condizione materiale e morale di affanno permanente, un clima di precarietà diffusa, di incertezza e instabilità – afferma il porporato - e questo clima suscita disagio e malcontento, i cui effetti vanno oltre le stesse pagine della cronaca nera”. Dunque, è notevole il carico che grava sulle spalle di gran parte della popolazione. Ed è a questa gente che si rivolgono i vescovi. “Da questa prospettiva, guardiamo con attenzione all’istituzione, con la Legge di bilancio, di un Fondo relativo all’assegno universale e ai servizi alla famiglia – dice il cardinale - Vi riconosciamo una visione circa il valore sociale assicurato dalla famiglia, un passo rispetto alla libertà di scelta dei genitori sull’educazione dei figli, un percorso che incentiva i giovani nell’avvio di un’attività professionale e un tentativo di armonizzare l’esperienza delle genitorialità con quella lavorativa”.
Guerra nel Mediterraneo è l'esito di scelte miopi
Bassetti poi guarda anche all’incontro organizzato dalla Cei a Bari dal 19 al 23 febbraio, che vedrà confrontarsi i vescovi cattolici dei paesi affacciati sul Mare Nostrum. Il cardinale fa notare che “l’incontro cade in un momento di crisi, particolarmente drammatico: alcune compagini statali, dalla Libia, alla Siria all’Iraq, sono in frantumi, altre sono attraversate da tensioni fortissime. La guerra, in più punti del Mediterraneo, è l’esito di scelte miopi e interessate, dalle quali non sono estranee nuove logiche coloniali, avanzate dalle grandi potenze. Come Chiese intendiamo offrire una testimonianza di comunione, che non si rassegna a situazioni violente e a strutture sociali ingiuste”. Dunque, "sentiamoci convocati dalla Parola: sarà più facile avvicinare e riconoscere pure i tanti immigrati, che vivono accanto a noi, la maggior parte dei quali è di fede cristiana; la loro presenza porta con sé una serie di implicazioni pastorali che devono trovarci attenti e disponibili".
In tanti cattolici c'è una religiosità debole
Ed ancora, la presenza dei cattolici nella società. Il presidente delle Cei mette in luce che nell’attuale "contesto pluralistico, che spesso finisce per considerare irrilevante la fede, sorgono le posizioni più diverse: ecco le reazioni esasperate di chi fatica ad accettare questa stagione e ha quasi bisogno di prenderne le distanze, invocando un impossibile ritorno indietro delle lancette della storia; ci sono, poi, le scorciatoie di quanti considerano ineluttabile la secolarizzazione della società: anche fra quanti si riconoscono cattolici, prevale spesso una religiosità debole, per cui del magistero ecclesiale si accetta solo ciò che è in sintonia con il proprio stile di vita”. Ne risente a questo punto il clima generale perché “mentre si riduce lo spazio d’incidenza delle istituzioni, tra cui la Chiesa, viene avanti anche una solitudine diffusa, che accompagna tante persone, le quali si sentono prive di riferimenti culturali e di alleanze educative su cui contare”.
La Chiesa italiana aderisce alla Domenica della Parola di Dio
La Chiesa italiana quindi si pone al servizio del Papa. “L’ascolto, l’accoglienza della Parola, la contemplazione… sono atteggiamenti primari ed essenziali, quelli che poi generano il servizio concreto al prossimo – afferma il cardinale - Sappiamo per esperienza che, quando le persone, penso in particolare ai giovani, incontrano la Parola, ne ricavano una ricchezza inenarrabile, che conduce a scelte di vita donata nelle forme più diverse. Nasce da questa convinzione la nostra adesione alla scelta del Santo Padre di istituire la Domenica della Parola di Dio: la celebreremo per la prima volta domenica prossima, 26 gennaio. Già a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia, Papa Francesco aveva chiesto che si pensasse a una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio; una domenica ‘non una volta all’anno, ma una volta per tutto l’anno’”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui