Settimana per l’Unità, il pastore evangelico Negro: restiamo umani
Fabio Colagrande - Città del Vaticano
“Questo specifico Ottavario ci interessa molto, proprio per il tema. Perché l'accoglienza dei migranti e uno degli aspetti su cui come Chiese evangeliche lavoriamo molto e lavoriamo molto proprio insieme ai cattolici”. Luca Maria Negro, pastore battista, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, ospite di Radio Vaticana Italia, commenta l’argomento scelto quest’anno dalle Chiese di Malta e di Gozo per la corrente Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. ‘Ci trattarono con gentilezza’, il versetto degli Atti degli Apostoli selezionato, si riferisce al naufragio dell’apostolo Paolo sulle coste maltesi ed evoca il dramma dei naufraghi di oggi e l’indifferenza che spesso li circonda. “In Italia, si è sviluppato una sorta di ecumenismo pratico - spiega Negro - che si esprime soprattutto attraverso l’allestimento dei corridoi umanitari promossi, ormai da quattro anni, da noi, come Federazione delle Chiese evangeliche e dalla Tavola Valdese, insieme alla Comunità di Sant'Egidio”.
Camminare insieme tutto l’anno
“Più in generale - aggiunge - noi seguiamo sempre con attenzione questa Settimana di preghiera. L'unico nostro rammarico, fino a pochi anni fa, era che questo dal 18 al 25 di gennaio fosse l'unico momento in cui in Italia vivevamo una vera e propria mobilitazione ecumenica, in cui tutti si ricordavano di essere ecumenici”. “Quello su cui noi della Fcei insistiamo molto - spiega ancora il pastore Negro è che invece l’ecumenismo deve entrare nel quotidiano, non può essere confinato in una sola settimana all'anno e poi continuiamo la nostra strada ognuno per conto suo. Bisogna camminare insieme, come ha detto più volte lo stesso Papa Francesco”.
“Per questo, noi siamo contenti del fatto che si stia sviluppando in Italia, non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale, un gruppo di lavoro delle Chiese cristiane che cerca di dare continuità all'ecumenismo”.
Dialogo anche con i pentecostali
La Federazione delle Chiese evangeliche in Italia nasce a Milano nel 1967 come federazione delle diverse componenti dell'evangelismo italiano. “Noi - spiega il pastore Negro - riuniamo soprattutto le Chiese del cosiddetto protestantesimo storico: e cioè valdesi, metodisti, battisti, luterani, Esercito della salvezza, più alcune altre piccole comunità”. Sono invece al di fuori dalla Federazione buona parte delle Chiese di tipo pentecostale, anche se la Fcei cerca di mantenere un dialogo con loro. “In alcune situazioni - prosegue il presidente della Fcei - vediamo che alcune comunità pentecostali si aprono anche al dialogo ecumenico”. “Noi però cerchiamo di esprimere la testimonianza comune di queste Chiese che rappresentano il protestantesimo più classico. A partire dalla Chiesa Valdese, che come è noto è la Chiesa riformata d'Italia ma ha una storia più antica perché viene da un movimento di riforma già del Medioevo. Per questo, per esempio, è stato molto importante che Papa Francesco abbia sentito il bisogno di visitare il tempio Valdese di Torino, perché era non solo la prima visita di un Pontefice ai Valdesi, ma la prima visita a dei cristiani che vengono da questa prima Riforma”.
La scomparsa dell’umanità
“A me sembra che oggi il vero problema non sia la scomparsa di Dio, ma la scomparsa proprio dell'umanità”, riflette il pastore Negro. “Il dramma di questi giorni è che abbiamo assolutamente perso il senso della filantropia. La parola che infatti viene usata nel versetto degli Atti degli Apostoli che dà il tema a questo Ottavario, non è propriamente ‘gentilezza’. Gentilezza è un termine un po' debole. Altre traduzioni parlano infatti di ‘umanità’, cioè proprio di filantropia: l’amore per tutti gli esseri umani, per il genere umano. Non a caso, l'anno scorso, durante la Settimana di preghiera quando c'era il dibattito sugli sbarchi dei migranti e sulle navi che portano soccorso, abbiamo voluto lanciare come cattolici e evangelici un appello, firmato dalla nostra Federazione, dalla Conferenza Episcopale italiana, da Sant'Egidio e dalla Tavola Valdese, e il titolo era ‘Restiamo umani’. “Io non dico che non ci debba preoccupare la secolarizzazione. Ma credo che le due perdite, la perdita di Dio e la perdita dell'umanità, siano strettamente connesse”.
La svolta di Lund
“Il cammino ecumenico è stato per diversi anni in una fase tutto sommato di stallo”, conclude Luca Maria Negro. “A me pare che una svolta ci sia stata soprattutto a partire dal 2016. All’incontro a Lund, in Svezia, di quell’anno, in preparazione del quinto centenario della Riforma del 2017, i luterani hanno invitato Papa Francesco che ha accettato. Ecco, quell'incontro, secondo me, ha dato il via a qualcosa che forse è troppo definire un nuovo corso, ma sicuramente le parole del Papa che rivalutavano la figura di Lutero ci hanno consentito di sperimentare un nuovo entusiasmo in questo cammino”.
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