Le sfide della Colombia per un nuovo Patto educativo globale
Isabella Piro – Città del Vaticano
Analizzare le sfide dell’educazione in Colombia e pensare a come applicare un Patto globale per l’educazione in tutto il Paese: con questi obiettivi, il 12 febbraio la Conferenza episcopale di Bogotà (Cec) ha tenuto un forum sul tema “Per un nuovo Patto educativo globale: le sfide per la Colombia”. L’evento – riferisce il sito web della Cec – si è svolto in risposta all’invito di Papa Francesco a tenere incontri preparatori all’evento mondiale sul medesimo tema, in programma il 14 maggio 2020, in Vaticano.
Una stessa lingua
Tra i relatori, monsignor Luis Fernando Rodríguez Velásquez, vescovo ausiliare di Cali e presidente della Commissione episcopale per l'educazione, la cultura e l'università che, nel suo intervento, ha esortato tutte le parti in causa ad una presa di coscienza e ad un dialogo ad ampio spettro, ovvero non solo limitato ad accordi ideologici o politici tra le istituzioni educative e lo Stato. “Siamo tutti attori dell’educazione – ha sottolineato il presule – quindi se parliamo di onestà, responsabilità, amore per la vita, famiglia, libertà, allora dobbiamo parlare tutti la stessa lingua”. Dal suo canto, ha concluso il vescovo, "la Chiesa colombiana guarda con speranza a questo Patto, perché la formazione delle generazioni di oggi e di domani porti i frutti di un nuovo Paese e di un mondo che garantisca uno sviluppo integrale e l'armonia di chi lo vive".
Una nuova visione
Gli ha fatto eco monsignor Óscar Urbina Ortega, arcivescovo di Villavicencio e presidente della Cec, il quale ha evidenziato l’importanza di riscoprire che “il grande educatore di ogni persona è Dio stesso”, richiamando al contempo alla collaborazione tra la scuola e la famiglia nel campo della formazione dei giovani. "Voglio incoraggiare tutti i genitori, che sono i primi educatori, gli insegnanti che ogni giorno hanno un grande compito, ma anche i bambini e i giovani – ha detto monsignor Urbina - affinché possiamo costruire, tutti insieme, una nuova visione di ciò che è educare, così da prenderci cura della nostra vita, del pianeta e della spiritualità che dà un significato profondo alla nostra esistenza".
Formare le prossime generazioni
Sulla stessa linea anche monsignor Francisco Niño, direttore del Dipartimento di Educazione, cultura e università della Cec: “La preoccupazione per il futuro della nostra società è un impegno di tutti – ha detto - Tutti noi dobbiamo contribuire con il nostro granello di sabbia e riflettere sui modi migliori per forgiare e formare le prossime generazioni ", perché “questo renderà il futuro molto più fraterno, misericordioso e giusto".
Innovare con creatività
Incentrata, invece, sulla necessità di reinventare i metodi educativi di fronte ai cambiamenti dell’epoca contemporanea è stata la relazione di suor Gloria Patricia Corredor, presidente della Confederazione nazionale cattolica dell'educazione: dalla religiosa, infatti, è giunto l’appello urgente a ripensare le modalità educative attuali, “innovandole con creatività”. Un esempio potrebbe essere quello di “piani di studio flessibili e aperti, in grado di rispondere con precisione alle esigenze del momento”.
Le scuole cattoliche
Centrale, poi, la riflessione sull’importanza delle scuole cattoliche nel Paese: secondo una recente ricerca intitolata “La scuola che sogniamo”, infatti, il 61 per cento dei centri educativi cattolici si è attestato nella categoria migliore per qualità dell’offerta formativa e cura pastorale degli studenti. “Scommettiamo –ha concluso suor Corredor - sulla formazione di un uomo integro, felice e libero, che sappia contribuire alla realizzazione della società civile”.
Il Patto educativo
Annunciato da Papa Francesco lo scorso 12 settembre 2019, con un apposito messaggio, l’evento del prossimo 14 maggio vuole invitare i rappresentanti delle principali religioni, gli esponenti degli organismi internazionali e delle istituzioni umanitarie, scienziati e pensatori, economisti, educatori, sociologi e politici, artisti e sportivi, a dialogare sul futuro del Pianeta e a sottoscrivere il “Global Compact on Education”, un patto educativo in cui investire i talenti di tutti, per suscitare una presa di coscienza ed un’ondata di responsabilità per il bene comune dell’umanità, partendo dai giovani, per raggiungere tutti gli uomini di buona volontà.
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