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Spagna: messaggio dei vescovi per la Giornata per la Vita

“Seminatori di speranza”: questo il titolo del Messaggio dei vescovi spagnoli per la Giornata per la vita, che la Chiesa cattolica iberica celebrerà il 25 marzo, nella solennità dell’Annunciazione del Signore. Il documento episcopale vuole essere un faro di luce per “accompagnare e confortare il malato nelle ultime fasi della sua vita terrena, per colmare di speranza il momento della morte, sostenere le famiglie ed evidenziare il lavoro svolto da tutti gli operatori sanitari”

Isabella Piro - Città del Vaticano

Il messaggio della Sottocommissione episcopale per la Famiglia e la difesa della vita – presieduta da Monsignor Mario Iceta Gavicagogeascoa - si sofferma dunque, sui diversi atteggiamenti assunti dai malati: alcuni, infatti, faticano a “dare un senso alla propria sofferenza, si sentono impotenti, stanchi, e sanno che possono essere percepiti come un peso” per chi sta loro accanto. Altri, invece, “irradiano pace e gioia, sanno che non possono cambiare la loro condizione e la accettano, mostrando comunque gratitudine per le cure ricevute e per la vita vissuta fino a quel momento”.

Aiutare i malati e chi se ne prende cura

Centrale, dunque, il richiamo all’opera di chi accompagna i sofferenti con “pazienza, amore e dedizione, senza cadere nell’indifferenza”, perché – scrivono i vescovi – “aiutare i deboli ed i sofferenti non solo aiuta i malati, ma anche chi se ne prende cura”. “Le persone e la società – aggiungono – diventano più grandi e più forti quando comprendono la vulnerabilità dell’esistenza”. La Chiesa spagnola si dice, inoltre, consapevole del fatto che “l’essere umano è stato creato per vivere ed essere felice” e che quindi “rifiutare il doloro è giusto”. Questo, però, non giustifica l’eutanasia; piuttosto, in nome della dignità che ogni persona, anche malata, “possiede pienamente”, i vescovi ribadiscono l’importanza delle cure palliative, per offrire “sollievo dal dolore, dove possibile, e promuovere la cultura della cura e del rispetto per i sofferenti”.

Favorire un'autentica solidarietà con chi soffre, attraverso la cultura dell'incontro

Ogni vita conta, è degna, è sacra, ribadiscono i presuli iberici, perché “la dignità inviolabile e la vocazione trascendente di ogni uomo sono radicate nel profondo del suo stesso essere”. Di qui l’appello a favorire un'autentica solidarietà con chi soffre, attraverso la cultura dell'incontro, in un atteggiamento di servizio, di vera compassione e di promozione umana. “È necessario – prosegue il messaggio - imparare ed esercitare l'arte di alleviare, accompagnare, consolare”, anche sostenendo le famiglie e promuovendo “iniziative sociali per la cura dei malati”.

Ogni essere umano è degno di rispetto ed attenzione

Forte, poi, il richiamo al ruolo della fede che dona alla cura degli infermi “una nuova luce, in considerazione del mistero della creazione e redenzione in Cristo”. Per questo i vescovi spagnoli sottolineano: “Ogni essere umano è degno di rispetto ed attenzione”, in quanto “creato ad immagine e somiglianza di Dio e da Lui redento”. In tal modo, il cristiano può affrontare la morte “con la fiduciosa speranza in Dio”.

Ricordate le parole di Papa Francesco sulla sofferenza

I vescovi  citano anche il discorso di Papa Francesco pronunciato il 26 gennaio 2018, nell’udienza con i partecipanti all’Assemblea Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede: “Il dolore, la sofferenza, il senso della vita e della morte sono realtà che la mentalità contemporanea fatica ad affrontare con uno sguardo pieno di speranza. Eppure, senza una speranza affidabile che lo aiuti ad affrontare anche il dolore e la morte, l’uomo non riesce a vivere bene e a conservare una prospettiva fiduciosa davanti al suo futuro. È questo uno dei servizi che la Chiesa è chiamata a rendere all’uomo contemporaneo”.

Seminatori di speranza per coloro che soffrono

“Vogliamo accettare questo invito – concludono i presuli – ovvero essere seminatori di speranza per tutti coloro che soffrono, che si sentono stanchi della vita ed angosciati. Vogliamo portare loro la speranza di Dio che è una speranza certa che non delude mai”. Un compito “di amore e misericordia, emozionante e luminoso” al quale la Chiesa di Madrid chiama tutti a partecipare.

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10 febbraio 2020, 13:22