Vescovi dell’Albania: ambizione del Paese è essere parte viva dell’Ue
Giada Aquilino - Città del Vaticano
La famiglia e il rispetto per gli anziani. Questi alcuni dei contributi che l’Albania può offrire all’Unione Europea nelle parole dell’arcivescovo di Tirana-Durazzo, monsignor George Frendo, presidente della Conferenza episcopale albanese. Il presule, accompagnato dal segretario generale, monsignor Gjergj Meta, è in questi giorni a Bruxelles, per incontri con i vertici europei e della Comece, la Commissione degli Episcopati dell'Unione Europea, e per uno “scambio di opinioni - informa una nota della Comece, che ha organizzato la visita - sulle sfide e le opportunità per l'integrazione dell’Albania nell’Ue”.
Il futuro dei negoziati di adesione
Al vertice europeo dell’ottobre scorso, dopo una discussione sull’allargamento e sul processo di stabilizzazione e associazione di Albania e Repubblica di Macedonia del Nord, la Francia aveva posto il veto all’apertura di negoziati per l’adesione dei due Paesi e la decisione finale era stata quella di tornare sulla questione in vista del prossimo vertice Ue-Balcani, in programma a Zagabria a maggio prossimo. Soltanto ieri il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, in visita a Tirana, aveva auspicato l’avvio “il prima possibile” delle trattative di adesione.
Il contributo dell’Albania
“Penso che anche l’Albania possa contribuire all’Europa”, dice a Vatican News l’arcivescovo Frendo. “In Albania per esempio la famiglia - spiega - è ancora molto unita, quella stessa famiglia che oggi purtroppo è sotto attacco in tanti Paesi. E poi anche il rispetto per gli anziani, che sono considerati in molti Stati d’Europa come un peso per la società e per la famiglia, mentre in Albania sono ancora molto rispettati” (Ascolta l'intervista all'arcivescovo Frendo).
Nuovi sviluppi
La delegazione della Chiesa albanese a Bruxelles ha incontrato tra gli altri Olivér Várhelyi, commissario europeo per il vicinato e l'allargamento. La risposta in ottobre, ricorda il presidente della Conferenza episcopale albanese, era stata “negativa, cioè non si è ancora aperta la strada per i negoziati in vista di un ingresso dell’Albania nell’Ue. Però nel frattempo - riferisce - sembra che ci siano stati altri sviluppi da parte dell’Albania, che sicuramente ha continuato a fare certe riforme richieste. E anche da parte dell’Unione Europea sembra che la posizione adesso sia cambiata, sia un po’ più a favore” di Tirana.
Lotta a corruzione e criminalità
Lo stesso Sassoli ieri aveva espresso sostegno per la recente iniziativa delle autorità albanesi di confiscare beni ottenuti da attività illegali di gruppi criminali. Proprio la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata è una delle condizioni imposte dall'Ue per l'apertura dei negoziati. In Albania, evidenzia l’arcivescovo Frendo, “si sono compiuti molti progressi per quanto riguarda il contrasto alla droga, alla criminalità organizzata, come pure anche nella riforma del sistema giudiziario. Si sta facendo - sottolinea il presule - una grossa ‘pulizia’”.
La Chiesa a favore dell’integrazione
Proprio nei giorni della Brexit, l’Albania che cerca di superare lo choc del forte sisma del novembre scorso “spera di essere più integrata in Europa. Purtroppo ne è stata sempre ai margini, ma in epoca post-comunista il Paese ha aperto le sue porte verso l’Europa. Vediamo per esempio che anche il turismo è aumentato in questi ultimi anni. L’ambizione degli albanesi è di far parte viva, concreta dell’Unione Europea” e la Chiesa cattolica “si è espressa a favore” di tale integrazione.
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